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Povertà, Francia e Germania peggio di Roma

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È quanto emerge da un'indagine degli artigiani di Mestre della Cgia sull'indice della miseria, calcolato considerando l' inflazione e il tasso di disoccupazione. Non sembra avere molti problemi la Svizzera, che chiude questa speciale classifica con un indice di 3,3. Una metodologia, quella adottata in questa analisi dalla Cgia, che ricalca quella effettuata dal prestigioso settimanale inglese «Economist», che annualmente calcola l'indice della miseria dei paesi del terzo e quarto mondo. Se, tuttavia, confrontiamo il dato attuale con quello degli ultimi anni, sottolinea la Cgia, «si può ricavare un maggiore ottimismo». Infatti nel 2002 l'indice della miseria del nostro Paese era a 11,6 con un tasso di inflazione pari al 2,6 % e un tasso di disoccupazione pari al 9 %. Una ulteriore lieve diminuzione si è avuta nel corso del 2003 con un indice della miseria pari a 11,5 a fronte di una minore disoccupazione (8,7) ma di una maggiore inflazione (2,8). Nel 2004, infine, l'indice della miseria si è stabilizzato sul 10,5. Se poi si esamina l'andamento della povertà negli altri paesi presi in considerazione nello stesso periodo di tempo si scoprono alcune differenze significative. La Germania, per esempio, ha visto progressivamente incrementare, seppur di poco, la povertà dal 2002 al 2004 (rispettivamente dal 9,9 al 11,2). Il Regno Unito, invece, sembra permanere sugli stessi livelli (6,4 - 6,5). La Francia presenta un andamento stabile. Migliora quindi la posizione dell'Italia nel 2002 era seconda dopo la Spagna. A distanza di due anni, peggio di noi stanno Spagna, Francia e Germania.

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