Riforma Bankitalia, governatore in sella otto anni
I tecnici di via nazionale stanno preparando un progetto di riforma che prevede, come punto più qualificante,un mandato a termine di otto anni per il Governatore, sulla falsariga di quanto avviene per la Bce. Il passaggio al nuovo statuto, inoltre, dovrebbe avvenire dopo un periodo di transizione di due anni. Strada sbarrata, invece, alle richieste di maggiore collegialità. Le voci che filtrano da Palazzo Koch parlano poi di un Fazio per nulla intimorito dall'appuntamento del 26 agosto con il Cicr, e pronto a ribadire la correttezza del proprio operato. Specie sul capitolo dei rapporto con gli ispettori: le apparenti discrepanze tra le opinioni di alcuni di questi e le decisioni finali dell'autorità - questa la linea di Fazio - non tengono conto dell'interpretazione dei criteri contabili e del diverso mandato affidato a chi era stato chiamato ad esaminare e dare il via libera sulla solidità e la validità delle operazioni finanziarie sottoposte ad autorizzazione di Bankitalia. L'ipotesi del mandato a termine piace al sottosegretario al Tesoro, Maria Teresa Armosino, che tuttavia ha ribadito anche ieri la necessità di introdurre nello statuto della banca centrale una maggiore collegialità nel processo decisionale. «Se fossi nella Banca d'Italia - ha dichiarato la Armosino - mi presenterei al prossimo Cicr con un disegno volto a delineare l'autoriforma dell'istituto». In questo momento non ci sono iniziative da parte di maggioranza e governo sulla questione. Intanto, sul Ddl di riforma del risparmio, la Lega non è intenzionata a fare concessioni: «Il testo di riforma va fatto - afferma il mionistro Calderoli - ma non deve essere utilizzato per bloccare il progetto della creazione di una grande banca del Nord». Esclude accelerazioni anche il ministro delle Politiche agricole, Gianni Alemanno, che invita ad aspettare la relazione di Fazio al Cicr e ad evitare «interventi a gamba tesa». Azioni Antonveneta sotto sequestro. La magistratura sta intanto concentrando le indagini su un imprenditore lombardo intestatario di un dossier titoli su cui sarebbero state dirottate circa 600 mila azioni della banca padovana sfuggite al sequestro disposto lo scorso 26 luglio.