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L'inflazione in Europa torna a salire

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L'aumento dei prezzi dei carburanti ha colpito il settore dei trasporti, facendo salire verso l'alto l'indice complessivo. Ma dai dati pubblicati ieri da Eurostat emerge la conferma che, per ora, la corsa del greggio non ha infiammato il caro vita, limitando i danni. Il cosiddetto core rate, l'indicatore depurato delle componenti alimentare e petrolio, è infatti rimasto in luglio sotto controllo all'1,4%, il livello mantenuto dall'aprile scorso, con la sola esclusione di un balzo all'1,6% in maggio. La stabilità dell'inflazione ad un livello «sotto ma vicino» al 2% è un elemento molto importante nelle decisioni della Banca centrale europea sui tassi di interesse. Questo mese, l'Istituto di Francoforte ha mantenuto i tassi invariati al 2%. Le cifre di ieri confermano il cauto ottimismo di istituti di ricerca ed osservatori sui limitati effetti secondari dei costi energetici. In paesi come la Germania, l'Olanda e la Finlandia l'inflazione si è attestata sotto all'1%. Gli esperti non escludono che alcuni paesi della zona dell'euro, tra cui la Germania, possano registrare una situazione di deflazione entro un paio di anni. In luglio, anche nella Ue a 25 l'inflazione ha rialzato la testa passando dal 2% di giugno al 2,1%, mentre l'Italia è rimasta allineata alla media di Eurolandia, con il 2,2%. Sia nella zona dell'euro che nella Ue, l'inflazione mensile è stata pari a -0,1%. Su base mensile, le componenti che più hanno inciso sono stati i trasporti (1,4%) e gli hotel e ristoranti (1,1%), mentre gli aumenti più bassi si sono registrati per abbigliamento e cibo.

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