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Il Fisco calca la mano sui beni per neonati

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Fino al primo anno si pagano in media 1.100 euro di tasse per pappe e latte

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La denuncia arriva da Contribuenti.it che ha calcolato come i piccolissimi versano allo Stato - dalla nascita allo spegnimento della prima candelina - 1.100 euro di sola Iva sui generi di prima necessità: latte in polvere, biscotti, pappine, omogeneizzati, pannolini e tutto quanto può servire a nutrire, coprire e trasportare un bebè. Una cifra elevata, ma soprattutto sproporzionata rispetto a quanto pagano gli adulti per beni analoghi, rileva l'associazione, spiegando che su generi alimentari di prima necessità come pane e latte si applica un'aliquota Iva agevolata pari al 4%, mentre nessuna agevolazione è prevista per i prodotti destinati all'infanzia, tutti soggetti all'aliquota del 20%. Il risultato è che i bimbi pagano 1.100 euro in luogo dei 220 che verserebbero in caso di agevolazione. Una differenza di ben 880 euro che, moltiplicata per i 563.000 bambini che ogni anno nascono in Italia, porta nelle casse dello Stato un surplus annuo di 495 milioni di euro all'anno. Contribuenti.it, l'Associazione contribuenti italiani, parla così di un «quadro desolante». Per il presidente dell'associazione Vittorio Carlomagno «è assurdo che l'amministrazione finanziaria faccia tale discriminazione, penalizzando ancora una volta le fasce più deboli». Per questo Contribuenti.it promuoverà sul suo sito una petizione da presentare al governo, per chiedere che nella prossima finanziaria venga inserito un provvedimento di riduzione al 4% dell'Iva «su tutti i prodotti destinati alla prima infanzia».

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