Tim, proteste contro il trasloco a Milano
Tronchetti Provera svuota la sede di Roma. A rischio migliaia di posti negli uffici e nell'indotto
La vicenda del trasloco dei vertici della Tim da Roma a Milano, pubblicata ieri da Il Tempo, ha aperto un'altra falla nell'economia della Capitale. E in tanti adesso temono che l'abbandono dell'intera dirigenza di Telecom-Tim sia solo il primo passo di un drastico taglio del personale e delle commesse per l'indotto del colosso telefonico. Ad eccezione del fronte sindacale - ma che volete, ieri tutti i dirigenti cercati dal cronista avevano i telefonini spenti o stavano in vacanza - diversi tra lavoratori ed esponenti delle istituzioni locali hanno colto il rischio che si profila per Roma e tutto il Lazio. Nessuna replica, invece, dall'azienda di Marco Tronchetti Provera. Evidentemente - è l'opinione riferita da alcuni lavoratori Telecom-Tim - su questa storia il colosso delle telecomunicazioni ha tutto l'interesse a tenere un profilo basso. L'addio a Roma. Il piano per trasferire il cuore dell'azienda delle Tlc da Roma a Milano era iniziato oltre un anno fa. Grazie alla concessione di generosi benefit e al silenzio di enti locali e sindacati, gran parte dei dirigenti Telecom sono stati trasferiti nel capoluogo lombardo. Restavano a Roma i vertici della Tim, la società della telefonia mobile che pochi mesi fa è stata riassorbita dalla capogruppo. Così, un po' alla chetichella, adesso è iniziato anche il trasferimento dei dirigenti Tim a Milano. Il risultato? L'ex direzione generale nel centrale Corso Italia, a Roma, sarà di fatto svuotata e ben presto quadri e dirigenti resteranno con le mani in mano. Inevitabile, inoltre, che il gran parte delle commesse affidate all'indotto laziale finiscano per trasferirsi alle imprese dei servizi lombarde. Così Milano fa festa, per la gioia del governatore Roberto Formigoni e della Lega Nord. Un caso non isolato. La fuga di Telecom è solo l'ultimo di una serie di addii che stanno impoverendo il Centro Italia. Nel silenzio assordante della Confindutria romana, guidata da un Luigi Abete quasi mai presente negli uffici dell'associazione industriale, Roma ha perso solo negli ultimi mesi centinaia di dipendenti di Sky, la televisione di Rupert Murdoch dirottata in gran parte a Milano. Stessa sorte toccata a molti dipendenti del gruppo Ricordi. E se non fosse stato per il muro alzato da Regione (all'epoca era presidente Storace), Provincia (gestione Moffa) e Comune (sindaco Veltroni) oggi la Capitale non avrebbe neppure un pezzo di Rai 2 e centinaia di voli che Alitalia (sotto la presidenza del leghista Bonomi) voleva dirottare a Malpensa. Per questo motivo resta incomprensibile il silenzio, oggi, delle stesse istituzioni di fronte a una Telecom che fa le valigie. Un silenzio che fa comodo a Milano ma che qualcuno dovrà pur spiegare ai romani.