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Grandi opere a rilento, mancano 31 miliardi di euro

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Troppe incertezze sugli effetti della Legge Obiettivo. Pesa l'incognita dei finanziamenti privati

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Punti interrogativi incombono poi sui tempi di completamento delle opere, in un arco temporale che spazia dal 2005 al 2016. E sul pacchetto di infrastrutture strategiche pesano anche le incognite della capacità di attrazione degli investimenti privati. Inoltre, è ancora tutta da valutare la capacità di incidere del programma nei tempi brevi sul sistema imprenditoriale delle costruzioni e sugli scenari competitivi: si prevede anzi che i primi impatti non potranno essere visibili prima di 2 anni, a partire dal 2007. È un quadro poco incoraggiante quello che emerge dal secondo rapporto del Servizio Studi della Camera, dedicato alle infrastrutture strategiche e all'attuazione della Legge Obiettivo, uno dei fiori all'occhiello del governo. Un'analisi scrupolosa racchiusa in tre volumi e 86 schede, uno strumento di dettaglio che ricostruisce il percorso deliberativo e attuativo di ciascuna opera, un vero e proprio monitoraggio che fotografa opera per opera lo stato di attuazione effettivo del programma. I dati parlano chiaro. Negli 86 interventi deliberati dal Cipe finalizzati ad altrettante opere, il fabbisogno residuo calcolato dal Servizio studi è pari a 31,54 miliardi di euro, su un costo complessivo di 52,72 miliardi e risorse disponibili per 21.176 milioni di euro, dei quali la fetta più grande spetta allo Stato e solo 372 milioni sono di provenienza Ue. Manca insomma all'appello il 59,6% delle risorse. E, solo calcolando l'onere a carico delle casse pubbliche, per completare le infrastrutture fin qui deliberate occorrono 2 miliardi l'anno per i prossimi 11 anni. «Sono ancora molte le opere in fase di progettazione e consistente è ancora la quota di preliminare», si legge nelle conclusioni del Rapporto, anche se «si è assistito nel corso del 2005 a una accelerazione delle iniziative da parte del Cipe».

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