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Le imprese non pagano i debiti alle banche

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Le insolvenze sono aumentate del 3% in tre anni. Nel Lazio il dato medio più alto: 125.400 euro

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Tra il 2001 e il 2004 in Italia le sofferenze bancarie sono aumentate in media del 3,16%, con un picco che in Emilia Romagna è stato del 62%. Ma la regione in cui gli operatori sono meno "affidabili" è il Lazio: in media ogni operatore (persone o impresa) si trova in uno stato di insolvenza per un ammontare di 125 mila 400 euro. È quanto risulta da un'analisi dell'Ufficio studi dell'associazione Artigiani di Mestre. I motivi per spiegare l'aumento delle sofferenze bancarie sono stati individutati nella crisi economica e nelle difficoltà a fare fronte ai finanziamenti con l'attività svolta dal debitore. Per questo motivo, come risulta dalla ricerca, le garanzie reali richieste dagli istituti di credito per concedere un fido sono salite mediamente al 27,32%, dal 21,39% del 2001. Quindi i soldi vanno a chi possiede già asset su cui la banca può rivalersi in caso di insolvenza. «Questi dati - commenta Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre - sono importanti perchè ci dimostrano che la situazione di difficoltà economica ha inciso anche sugli operatori, peggiorandone l'affidabilità. Prova ne sia che le banche hanno continuato ad alzare le garanzie reali richieste ai propri debitori». Se il Lazio è la Regione con lo scoperto per affidato più elevato, i più «affidabili», quelli con lo scoperto minore, sono gli operatori economici del Piemonte (61.505 euro per affidato). Rispetto al 2001, il dato medio nazionale delle sofferenze è passato dagli 80.634 euro agli attuali 86.097 euro (lo scoperto medio nazionale è stato individuato attraverso il calcolo del valore delle sofferenze per affidato, ovvero, le persone o le imprese che si trovano in una situazione di insolvenza nei confronti degli istituti di credito, in quanto non sono riusciti a restituire il prestito nei tempi concordati e, nel frattempo, è scattata una segnalazione alla Centrale dei Rischi). Una tendenza, quella nazionale, che rispecchia la situazione di gran parte delle Regioni italiane, eccetto Sicilia, Campania, Calabria, Sardegna e Lazio, che mostrano un calo delle sofferenze. Nonostante il calo, il Lazio è però in cima all'elenco delle Regioni con gli scoperti più alti. Bisogna sottolineare che si tratta di un dato medio e che, secondo quanto riportato nell'ultimo studio dell'istituto Tagliacarne, le sofferenze sono concentrate in poche imprese, spesso di grandi dimensioni, mentre la maggior parte degli operatori laziali avrebbe un comportamento corretto verso le banche. Al secondo posto balza l'Emilia Romagna (125.044 euro), seguita da Lombardia (103.768 euro), e Molise (96.607 euro). Gli scoperti minori sono invece quelli degli operatori del Piemonte con 61.505 euro per affidato, seguiti da quelli di Sicilia (61.974 euro), e Friuli Venezia Giulia (60.664 euro). La graduatoria cambia quando lo studio analizza l'incidenza percentuale delle garanzie reali richieste dalle banche ai propri debitori. Ad essere più penalizzati sono gli operatori del Trentino Alto Adige, ai quali gli istituti di credito chiedono garanzie reali pari al 43,09% del prestito elargito; seguono quelli di Umbria (36,39%) e Valle d'Aosta (34,52%). Ultima l'Emilia-Romagna (17,40%). Anche in questa regione, visto l'aumento delle sofferenze, è prevedibile che si verifichi un aumento delle garanzie richieste.

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