Alitalia, il Sult minaccia scioperi

In un clima di inasprimento delle relazioni sindacali, lancia anche l'allarme per ulteriori mille dipendenti di terra - di cui secondo il sindacato è già pronta una lista con i nomi - che potrebbero uscire dall'azienda oltre ai 2.490 indicati nel piano industriale 2005-2008. Si conosceranno oggi, dopo un'assemblea, le iniziative del Sult contro la decisione aziendale, «che colpisce la libertà sindacale e che è stata presa il 4 agosto, in pieno regime di franchigia» (da fine luglio ai primi di settembre), osserva il responsabile degli assistenti di volo del Sult Paolo Maras. La franchigia, rileva il sindacalista, «non può essere una gabbia, un vincolo a non agire»; la risposta «non sarà una fiammata ma una mobilitazione di lunga durata, che andrà oltre la campagna di informazione» e «metterà a nudo l'incapacità e l'irresponsabilità di questa dirigenza aziendale». Dopo la decisione del numero uno dell'Alitalia Giancarlo Cimoli, «il 60% degli assistenti di volo si ritrova senza una rappresentanza sindacale», sostiene il Sult, secondo il quale «è assolutamente falsa e strumentale», oltrechè «grave e inquietante», la tesi dell'azienda che ricollega la revoca dei diritti sindacali alla «mancata adesione all'intero processo di rinnovo contrattuale e ad una sentenza di un pretore di Roma che avrebbe confermato tale ipotesi». In sostanza, ribadisce il Sult, l'azienda sta cercando di eliminare un sindacato «scomodo, non funzionale ai propri progetti», ed «è evidente che si tratta di una decisione maturata in più di 5 o 6 ore (dall'emissione della sentenza all'invio della lettera dell'Alitalia al Sult) in cui l'azienda ha avuto il tempo di valutare, decidere, organizzare, informare a livello politico chi doveva essere informato e, alla fine, agire».