Industria ricca. E Montezemolo piange

Secondo l'ufficio studi di Mediobanca, il 2004 è stato un anno d'oro per le imprese, con un vero e proprio boom di profitti e fatturato. Nel 2004 l'incasso complessivo è aumentato di 6,7 miliardi di euro, ben il 65 per cento in più di quanto avessero portato a casa nel 2003, con profitti quasi decuplicati nell'industria. Ma il 2004 è stato decisamente positivo anche per il fatturato, cresciuto del 7,6 per cento, il tasso più alto dal 2000. Una notizia che stride con quelle di questi ultimi giorni, con l'Istat che lunedì ha diffuso i dati sulla produzione industriale in calo del 3 per cento, e con il made in Italy sempre più in difficoltà di fronte all'arrembaggio dei prodotti cinesi A ciò vanno aggiunte le preoccupazioni su conti pubblici occupazione e caro-petrolio. Le difficoltà, quindi, ci sono e sono state denunciate da più parti: artigiani, commercianti, sindacati e consumatori che ogni giorno vedono indebolito il loro potere d'acquisto. Anche i ricchi piangono. Anche gli industriali hanno più volte chiesto interventi contro la crisi economica. Il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo da tempo ha lanciato l'allarme: «Siamo in recessione, anzi siamo in piena emergenza economica». Montezemolo, che è anche presidente della Fiat, al Governo ha chiesto la riduzione della pressione fiscale e una politica coraggiosa per il rilancio, mentre ai sindacati è arrivato l'invito di maggiore moderazione sugli aumenti salariali. Insomma servono sacrifici per tutti e aiuti dallo Stato. Aiuti che non sono mai mancati alle grandi imprese, basti pensare alla detassazione degli utili reinvestiti e ai nuovi contratti di lavoro più flessibili. Senza parlare del continuo ricorso alla cassa integrazione e a interventi extra come gli incentivi alla rottamazione. Boom di utili e fatturato. Il rapporto di Mediobanca fotografa un settore industriale in salute sotto il profilo dei conti. Un risultato che va a braccetto con quello dell'indagine condotta dalla banca d'affari nei mesi scorsi sulle società quotate in Borsa che hanno registrato un exploit degli utili, volati del 147 per cento rispetto all'anno precedente. Le 2007 società considerate dall'ufficio studi di Mediobanca, nel 2004 hanno incassato 28 miliardi di euro di profitti, il valore più elevato del decennio. Rispetto ai 10,3 miliardi del 2003 l'incremento è stato di 17,7 miliardi, un risultato dal quale vanno però scorporati 11 miliardi derivanti dal «disinquinamento fiscale» dei bilanci. Ma anche così rivisto, il dato segna un aumento di 6,7 miliardi, a quota 17,3 miliardi. Performance da record per l'industria, con una crescita degli utili di circa 10,02 miliardi di euro (da 1,14 a 11,175) a fronte di una contrazione dei profitti nel terziario, scesi di 2,2 miliardi a quota 6,13. Il fatturato complessivo delle imprese considerate è cresciuto del 7,6%, un ritmo che solo nel 2000 era stato superiore, a cui hanno concorso sia la le vendite interne (+7,3%) che l'export (+8,5%). Il balzo maggiore lo hanno però realizzato, nell'ambito del comparto industriale (cresciuto dell'8,4% contro un più limitato 4,4% messo a segno dal terziario), le imprese energetiche (+16,3%), grazie all'aumento del prezzo del petrolio. A seguire le imprese delle costruzioni (+13,6%, ma in calo rispetto al +22,8% registrato nel 2003.