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DIECI miliardi di dollari.

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Kaplan, nella decisione presa il 5 agosto e resa pubblica ieri, ha accettato le ragioni di Parmalat sulla legittimità di proseguire il contenzioso, ma ha rigettato gran parte delle richieste dell'amministrazione straordinaria. Il giudice, infatti, ha accolto le mozioni di Bank of America rigettando 10 delle 12 accuse (comprese quelle per frode e pratiche illecite per ottenere guadagni) mosse da Parmalat e respingendo solo parzialmente le altre due, dando il proprio consenso al gruppo alimentare perchè riformuli due delle accuse respinte. Nel dettaglio, sulla base dell'impostazione data da Kaplan, Parmalat può proseguire nel contenzioso contro Bank of America chiedendo i danni per la «rottura del rapporto fiduciario» e l'aiuto eventualmente dato all'ex management della parmalat per compiere le irregolarità. Il giudice, tuttavia, riconosce un ruolo di Bank of America nel dissesto del gruppo alimentare. L'istituto di credito Usa, da parte sua, ha espresso in una nota «soddisfazione» per il responso, rilevando che «continuerà a difendersi con decisione dalle accuse ancora in piedi». Il proccesso però si farà, fanno notare ambienti legali vicini a Collecchio, e già questa è considerata una vittoria da Parmalat. Quanto alle istanze respinte, i vertici di Collecchio reputano la decisione del giudice americano del tutto normale nel contesto di una controversia legale tanto ampia.

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