«La Francia ci salverà dal black out»

Dall'analisi del Grtn, il gestore della rete, risulta che la crescita ha risentito di fattori climatici (temperatura media mensile superiore di mezzo grado rispetto al luglio 2004) e di calendario (un giorno lavorativo in meno rispetto al luglio dell'anno scorso). A livello territoriale la crescita della domanda è così suddivisa: al Nord +1,9%, al Centro +1,7%, al Sud +2,1%. La domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per un 86,2% con produzione nazionale e per la quota restante (13,8%) con importazioni, in sensibile crescita (+17,%) rispetto a luglio dello scorso anno. Per agosto il Grtn prevede un'ulteriore crescita del 3,5% della domanda. Questi incrementi possono alimentare un nuovo rischio black out? Ne parliamo con Mauro Miccio, amministratore delegato di Eur spa, ex consigliere Enel ed autore del libro "Il grande buio", sul black out del 2003. L'Italia corre il rischio di rimanere di nuovo senza luce? Il rischio black out dipende dagli squilibri improvvisi che possono determinarsi nel sistema. Se ci sono aumenti della domanda di energia questi devono essere coperti dalla produzione interna e dalle importazioni. Su entrambi i fronti adesso l'Italia è più sicura. Perché? Le nuove centrali costruite in questi anni e soprattutto quelle in costruzione, come Civitavecchia e Porto Tolle, garantiscono una certa sicurezza. Così come l'accordo tra Enel e Edf ci assicura, in quanto coproduttori, la priorità rispetto ad altri paesi nell'acquisto di energia oltralpe. L'accordo con Edf permette ad Enel di produrre energia nucleare in Francia. Lei è favorevole a questo tipo di energia? Ero contrario all'abolizione del nucleare in Italia e lo sono ancora. Credo che sia l'unica via per garantirci l'autosufficienza, ma anche se domani il divieto dovesse cadere, ci vorrebbero 15 anni per realizzare le centrali. Quindi dobbiamo puntare su altre fonti. Con il decreto Scajola-Matteoli è possibile produrre energia solare in casa e rivenderla alla rete nazionale. Questa è una soluzione? È un provvedimento che beneficia i consumatori e l'ambiente, ma sia il fotovoltaico, sia l'eolico, non sono in grado di fare fronte alle esigenze del sistema nel suo complesso. Allora su cosa puntare? Sul carbone pulito e sul ciclo combinato petrolio/gas. Non dimentichiamoci che da qui al 2012 avremo bisogno di un aumento di capacità produttiva di 18 mila megawatt. Intanto però il petrolio continua a salire... Per svincolarci dal petrolio, l'unica soluzione è il nucleare.