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Troppe tasse sui carburanti Pesa ancora l'Abissinia

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Lo Stato incassa molto di più dal distributore: circa 30 miliardi di euro all'anno tra accise e Iva sul prezzo dei carburanti. I Governi non hanno mai esitato a utilizzare la leva fiscale sulla benzina per far quadrare il bilancio pubblico. Ogni volta che c'è bisogno di trovare risorse, viene alla mente di intervenire su una fonte sicura di incassi. Nel 2004, ad esempio, si è provveduto a incrementare l'accisa sui carburanti per finanziare gli aumenti contrattuali degli autoferrotranvieri (1,68 centesimi per litro). Nel 2005 un altro rincaro è stato deciso per le misure anti smog: mezzo centesimo al litro per la benzina e un centesimo per il gasolio finalizzati alla sostituzione degli autobus inquinanti con altri mezzi più ecologici. Questi sono solo gli ultimi esempi di come i governi, di fronte alle emergenze di politica economica, decidano di percorrere la strada maestra del prelievo "forzato" dalle tasche degli automobilisti. Basta ricordare le addizionali sull'accisa della benzina introdotte per la guerra in Abissinia (1935), la crisi di Suez (1956), l'alluvione del Vajont (1963), l'alluvione di Firenze (1966), i terremoti del Belice (1968), Friuli (1976) e Irpinia (1980), la missione in Libano (1982) e l'intervento in Bosnia (1996). Addizionali che avevano uno scopo ben preciso, ma che non sono mai state eliminate, alimentando così il vorticoso aumento del prezzo del carburante. Come se non bastasse, sull'accisa, che è un'imposta indiretta fissa, si paga anche il 20% di Iva. Stessa aliquota che si applica sul prezzo industriale, che incide solo per il 30% sul prezzo al consumo. In totale le tasse incidono per il 70 per centio del prezzo al distributare: per ogni 30 euro di carburante, 20 vanno allo stato. Per fare fronte all'aumento del prezzo del petrolio che si riflette su quello della benzina, le associazioni di consumatori chiedono da tempo di intervenire proprio sul fronte delle accise, per cercare di attenuare l'impatto micidiale sulle tasche dei cittadini. Il ministro delle Attività produttive, Claudio Scajola, ha istituito una commissione ad hoc proprio per studiare interventi di questo tipo. «Ma ancora non abbiamo ricevuto segnali concreti - dice il presidente di Federconsumatori, Rosario Trefiletti - invece bisogna intervenire subito e in modo deciso, perché l'aumento del prezzo della benzina rischia di avere un impatto devastante sull'inflazione. Già ci sono stati segnali di surriscaldamento dei prezzi - sottolinea Trefiletti - dovuti al fatto che il prezzo dei carburanti si riflette in tutti i settori della produzione e dei trasporti scaricandosi sul prezzo finale dei prodotti».

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