di CARLO D'ONOFRIO NON ci sarà nessun trasferimento al Cairo per Wind.
Mantenere l'identità italiana di Wind è uno dei nostri maggiori obiettivi». Parola di Naguib Sawiris, l'imprenditore egiziano che con la sua Orascom rileverà a giorni - il closing dovrebbe avvenire tra il 9 o il 10 agosto - il controllo della società di tlc dall'Enel. Le voci che vorrebbero alcune funzioni di Wind in partenza per il Cairo a seguito del nuovo piano industriale che sarà presentato a settembre, sono state nuovamente smentite dal numero uno di Orascom, questa volta con ancor più nettezza rispetto al passato. A dar man forte a Sawiris è intervenuta anche Enel, che ha parlato di «garanzie di crescita sia in Italia che all'estero attraverso un piano industriale che prevedrà investimenti in tutti i settori in cui la società è già impegnata: mobile, fisso e internet». Chissà se questa volta i sindacati e gli ambienti politici preoccupati di un eventuale smembramento di Wind si riterranno soddisfatti dei chiarimenti di Sawiris. Ieri i sindacati sono scesi in campo in modo deciso. Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil hanno chiesto «a tutti i soggetti coinvolti (Enel, Governo, Parlamento) di chiarire la situazione e di realizzare al più presto il previsto incontro con la direzione aziendale e la nuova proprietà sul piano industriale». Le voci che continuano a trapelare sul piano industriale, fanno notare i sindacati, mettono in gioco aspetti decisivi per il futuro dell'azienda e rischiano di invertire «ilpercorso positivo realizzato e confermato anche dai dati di bilancio del primo semestre 2005». Sawiris, con l'ex da di Enel Paolo Scaroni, aveva dato assicurazioni dopo la chiusura dell'accordo che l'acquisizione di Wind sarebe stato il trampolino di lancio per l'espansione su nuovi mercati, e che il piano di investimenti da 5 miliardi di euro per i prossimi cinque anni non sarebbe stato toccato. Un impegno destinato a cadere nel vuoto se, nonostante le dichiarazioni di ieri, Orascom punterà tutto sulla telefonia mobile, lasciando indietro invece quella fissa ed il business della banda larga. Gli azionisti della compagnia, in ogni caso, faranno un primo punto della situazione già la settimana prossima, in occasione dell'assemblea che dovrà integrare il cda. Un cda che da settembre potrebbe non essere più guidato da Tommaso Pompei: Sawiris sembra infatti intenzionato a mettere al timone un uomo di propria fiducia. Difficile pensare che su questa scelta non abbiano influito i dissensi sul piano industriale. Intanto è già partita la corsa alla sua sostituzione: i nomi sarebbero quelli di Mauro Sentinelli e Enrico Casini, rispettivamente ex direttore generale di Tim ed ex amministratore delegato di Blu.