LA FIDUCIA DEGLI INVESTITORI

Ieri infatti l'agenzia internazionale di rating ha corretto al rialzo l'outlook del gruppo torinese, portandolo da "negativo" a "stabile". S&P ha inoltre ribadito il BB- del rating a lungo termine e il B per quello sul breve periodo. Un avanzamento, quello dell'outlook, che - spiegano dall'agenzia - «riflette il deciso miglioramento della flessibilità finanziaria e le attese che le attività nell'auto si riprendano gradualmente». Secondo le previsioni di S&P infatti, pur in un contesto competitivo difficile, Fiat a fine 2005 dovrebbe ottenere indicatori migliori rispetto al 2004 (con un cash flow prossimo allo zero grazie all'accordo con GM) e i nuovi modelli dovrebbero rilanciare l'auto Fiat anche da un punto di vista commerciale. Una "promozione" quella di S&P, che si è subito fatta sentire in Borsa, dove il titolo, dopo una partenza stentata, ha subito guadagnato uno 0,9%, a 7,05 euro. Gli occhi sono ora puntati sulla presentazione al Governo e alle parti sociali (Cgil, Cisl, Uil, sigle di categoria ma anche Enti locali piemontesi e siciliani) del piano industriale elaborato dall'amministratore delegato, Sergio Marchionne. Un progetto di rilancio che, nonostante Fiat abbia sempre parlato di un aggiornamento di quello presentato dall'ex a.d. Herbert Demel, dovrebbe escludere la chiusura di stabilimenti italiani ma riconfermare il ricorso alla cassa integrazione ordinaria. Un elemento, quest'ultimo, che potrebbe da un lato coinvolgere l'impegno del Governo sul fronte degli ammortizzatori sociali e dall'altro, provocare un'alzata di scudi dal fronte sindacale. Cgil, Cisl e Uil, del resto, attendono da tempo di conoscere i contenuti del piano-Marchionne. E mentre il segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini, affermando di non attendesi grosse novità ha anticipato che il suo sindacato chiederà «alla Fiat e al Governo che a settembre si apra un confronto che abbia le modalità di una vera trattativa e non di un'assemblea», una prima rassicurazione per i sindacati è arrivata sabato scorso, con l'accordo fra azienda ed enti locali sulla salvaguardia dell'area Mirafiori. Anche le altre preoccupazioni su possibili chiusure di siti produttivi in Italia, dovrebbero essere dissipate. Il nuovo piano industriale dovrebbe confermare la mission di Melfi (produzione Punto, parzialmente condivisa con Mirafiori), di Termini Imerese (chiuso da marzo per allestire la nuova linea produttiva della Ypsilon), di Pomigliano (modelli Alfa Romeo) e Cassino (Stilo e Croma).