E James Bond sale in Panda
Non è una boutade, ma quel che veramente vedremo in "Casino Royale", la nuova avventura dello 007 britannico in arrivo sul grande schermo. Lasciando da parte Hollywood, proprio la Panda ha permesso alla Fiat di incrementare a luglio la sua quota del mercato italiano dell'auto. Secondo i dati diffusi ieri dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, la quota di mercato del gruppo torinese si è attestata il mese scorso al 27,52%, in calo rispetto a luglio 2004 (che si era chiuso al 28,09%) ma in aumento rispetto al 26,32% di giugno 2005. Si tratta, hanno commentato dal Lingotto, del dato «più alto da inizio anno», raggiunto grazie ai risulati positivi di tutti i brand del gruppo. E ciò nonostante «la loro performance sia stata influenzata da diversi fattori come la crescente attesa per nuovi e importanti modelli, quali la Fiat Grande Punto e l'Alfa 159, che saranno commercializzati a settembre, e il perdurare dello stop agli incentivi per l'acquisto di vetture a metano: un segmento del mercato dove Fiat detiene una posizione di leadership». A spingere in alto i volumi di vendita, notano a Torino, è il successo dei nuovi modelli: oltre alla Panda,infatti, anche la Croma ha confermato le attese, con diecimila ordini in due mesi. L'unica nota stonata, in un quadro segnato dall'ottimismo, viene dal dato sulle immatricolazioni, che a luglio sono calate dello 0,8% rispetto a giugno, a conferma di un trend negativo che ha segnato i primi sette mesi del 2005: in questo caso il calo è stato del 6,4% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Il problema, tuttavia, non è solo della casa torinese, visto che dall'inizio del 2005 il mercato italiano è rimasto sempre debole. Dopo il miglioramento di giugno (+18%), dovuto in gran parte al recupero delle immatricolazioni perse con lo sciopero delle bisarche, anche il dato di luglio, che ha registrato un ulteriore avanzamento dell'1,2%, non va sopravvalutato. Un avvertimento questo che viene anche dall'Unrae (Unione nazionale rappresentante autoveicoli esteri), che ha sottolineato come le immatricolazioni di luglio siano state oggettivamente favorite dalla «tradizionale accelerazione che caratterizza il periodo precedente alle ferie estive» e dal recupero che inevitabilmente doveva seguire lo sciopero delle bisarche. Il quadro complessivo rimane quindi all'insegna della debolezza della domanda. La raccolta degli ordini, secondo l'Unrae, registra infatti circa 176.000 unità, il 2,7% in meno rispetto alle 180.869 del luglio dello scorso anno. Un bilancio tutto sommato in linea con quello dei primi sette mesi dell'anno, in flessione del 2,8%. «Lo scarso livello dei contratti - spiega Salvatore Pistola, presidente dell'Unrae - riflette il basso clima di fiducia del consumatore e, in senso più ampio, l'andamento dell'economia italiana». La cautela mostrata dai consumatori spinge invece l'Anfia (Associazione nazionale fra industrie automobilistiche) a chiedere i tempestivo rinnovo degli incentivi. Il dato positivo di luglio, infatti, non dovrebbe far dimenticare che il bilancio dei primi sette mesi rispecchia i« livelli immatricolativi più bassi degli ultimi nove anni».