di CARLO D'ONOFRIO SOLO un incontro interlocutorio, ma all'insegna dei buoni propositi.
L'ampia disponibilità, peraltro già annunciata nei giorni scorsi, di Maroni a modifiche «radicali» del decreto che regola lo smobilizzo del tfr è stata confermata ieri dal ministro. E su tutti le proposte che il "cartello" delle 21 organizzazioni aveva presentato lunedì scorso. Ieri Maroni ha parlato di «clima favorevole senza pregiudizi politici o ideologici che porterà a migliorare il testo di riforma» e ha ribadito la sua fiducia nel decollo del silenzio assenso dal 1° gennaio 2006. Ma non ha neppure nascosto la distanza su alcuni nodi cruciali della riforma: a cominciare da quelllo delle risorse che andrebbero inserite in Finaziaria. Il ministro dell'Economia, Domenico Siniscalco, sul punto ancora non si è pronunciato, e sulle cifre ancora non ci sono certezze. C'è innanzitutto il problema delle compensazioni alle imprese, che giudicano insufficienti le agevolazioni fiscali e chiedono una riduzione del costo del lavoro, per non penalizzare le aziende che non fanno profitti. E c'è sempre il nodo dell'equiparazione dei fondi negoziali e individuali, stabilito dalla legge delega in ossequio al principio di concorrenza, che Maroni sembra intenzionato a sacrificare in favore di una corsia preferenziale per la contrattazione collettiva. Rimane da vedere come, su questo fronte, saranno vinte le resistenze dell'Ania, intenzionata a ricorrere alla Consulta; e come verrà risolto il problema dell'accesso al credito per le imprese, private dei 13 miliardi di autofinanziamento che ogni anno il tfr riversa nelle loro casse. Ma sul fondo di garanzia l'Abi rimane in trincea. Come si vede, le mine disseminate sulla strada della riforma rimangono molte da qui a fine settembre, nonostante i segnali di ottimismo lanciati al termine dell'incontro da sindacati e Confindustria. Viale dell'Astronomia, attraverso il direttore generale Maurizio Beretta, ha espresso soddisfazione: «Maroni ha riconosciuto la fondatezza dei tre punti chiave che ponevamo alla base della riforma». E anche il segretario confederale della Cgil Morena Piccinini ha riconosciuto che «le parole di Maroni costituiscono una novità significativa rispetto all'atteggiamento tenuto fino ad ora». Apprezzamento anche dalla Cisl: «Non azzardiamo definire positivo l'incontro per prudenza - ha dichiarato il segretario confederale Pierpaolo Baretta - ma il ministro Maroni ha confermato le aperture e la disponibilità ad accogliere l'insieme delle richieste formalizzate nel nostro avviso comune».