di CARLO D'ONOFRIO UNA BOCCIATURA del decreto legislativo del Governo sulla riforma della previdenza ...
Le parti sociali chiedono, in particolare, più spazio alla contrattazione collettiva, maggiori compensazioni alle imprese che dovranno rinunciare al Tfr come fonte di autofinanziamento per versarlo ai fondi pensione, maggiori garanzie ai lavoratori che hanno bisogno di riscattare la propria liquidazione in caso di cessazione del rapporto di lavoro. Il confronto si annuncia duro. Ieri il segretario generale dela Uil, Luigi Angeletti, ha dichiarato che la riforma è destinata a saltare in caso il ministro Maroni non accolga le proposte delle parti sociali. I sindacati e imprese puntano il dito contro l'equiparazione tra fondi negoziali e polizze, che giudicano inadeguata a tutelare i lavoratori dipendenti. Da parte delle imprese l'attenzione è rivolta al fondo di garanzia che dovrebbe consentire un accesso facilitato al credito alle imprese. Su questo punto il testo del Governo sarebbe ancora troppo vago; come vaga per le parti sociali è la definizione delle regole che regolano il silenzio-assenso in caso di presenza di più fondi in grado di assorbire il tfr. Quanto alla disciplina fiscale, poi, va aumentata la deducibilità dal reddito d'impresa dei contributi destinati ai fondi, e va abolita l'imposta sostitutiva sui rendimenti.I poteri di vigilanza, infine: vanno assegnati per intero alla Covip, che deve essere l'unica autorità in grado di autorizzare le forme pensionistiche complementari.