Consorte pronto a far diventare grande Bnl

Incassata la ritirata del Banco di Bilbao, e la sempre più probabile adesione degli ex pattisti di Bnl, Della Valle e Generali, all'opa che lancerà a settembre sull'istituto romano, ieri Unipol ha calato l'asso del piano industriale per la costituzione del nuovo polo bancario e assicurativo. Ed ha anche definito le tappe che porteranno al lancio dell'opa: la comunicazione con le condizioni dell'offerta su Bnl arriverranno entro la metà del prossimo mese di agosto mentre il periodo di adesione all'offerta avrà inizio entro settembre, subordinatamente alle autorizzazioni di Banca d'Italia, Antitrust e Isvap. Una risposta indiretta a quanti nelle settimane passate proprio sui contenuti industriali dell'operazione avevano espresso forti riserve, non aspettandosi probabilmente che la compagnia di assicurazione bolognese, forte ormai del 46,95% del capitale, mettesse in piedi un piano dettagliato già all'indomani del fallimento dell'opa di del Bbva. Queste le linee guida del piano. Con l'acquisto della maggioranza di Bnl, Unipol «intende dar vita a un conglomerato finanziario costituito da un Gruppo assicurativo e bancario leader in Italia nei servizi assicurativi, bancari e del risparmio gestito». Una realtà che rappresenterà «il quarto gruppo finanziario, per totale ricavi, il terzo gruppo assicurativo, per totale di premi diretti e il sesto gruppo bancario per totale di attivi». Un colosso che servirà 9,5 milioni di clienti nei segmenti retail, Pmi e corporate attraverso circa 4.500 punti di vendita assicurativi, 1.000 sportelli bancari, oltre 400 promotori finanziari. Sul fronte dei costi, invece, le sinergie commerciali già sperimentate da Unipol banca consentiranno un risparmio di 488 milioni, al lordo degli effetti fiscali. Il piano prevede poi di unire la consolidata esperienza di Bnl nel settore corporate con la specializzazione retail riconosciuta a Unipol, che dispone di una capillare rete di vendita sul territorio nazionale, ben 4.500 punti in tutta Italia: il 52% è collocato nel Nord Italia, il 23% nel Centro e il 25% nel Sud e Isole. Alla rete di filiali di Bnl, ipotizza il piano industriale, verrà messo a disposizione il bacino di clienti del gruppo che sono prevalentemente retail e Pmi. Si coniugheranno quindi due opportunità: da un lato quella della Banca di equilibrare ulteriormente il proprio portafoglio clienti tra corporate, small business e retail, ampliando significativamente il numero dei rapporti commerciali; dall'altro, quella di Unipol di offrire rapidamente ai propri clienti prodotti e servizi di una banca di grandi tradizioni. L'assetto azionario di Bnl. Unipol controlla direttamente, ad oggi, il 14,92% del capitale ordinario. Un'altro 22,54% è blindato in due patti parasociali: il primo la vede a fianco di Coop Adriatica, Coop Estense, Talea, Carige, Nomura e Hopa; il secondo comprende Popolare italiana, Sias, Popolare Vicenza e Alvaro Pascotto. Gli accordi parasociali disciplinano, tra l'altro, le opzioni call a favore della compagnia bolognese, che sempre tramite un patto e opzioni put/call con Credit Suisse First Boston e Deutsche Bank può disporre di un altro 9,17%. Il piano di finanziamento. Il costo massimo dell'Opa è fissato in 4,96 miliardi «in relazione al quale un consorzio di primarie banche internazionali (Nomura, Credit Suisse Boston, Deutsche Bank, BNP Paribas, HVB) ha sottoscritto una "commitment letter" impegnandosi a provvedere al rilascio di una lettera di garanzia per l'intero importo». A settembre partirà l'aumento di capitale da 2,5 miliardi: di questi, 850 milioni saranno sottoscritti dalla Finsoe (la finanziaria che controlla Unipol), mentre i restanti 1,65 miliardi saranno garantiti dal consorzio di banche estere. Inoltre, alla chiusura dell'aumento di capitale, Unipol emetterà prestiti subordinati a lunga scadenza per 1,2 miliardi, che lo stesso consorzio si è impegnato a collocare. Sono infine previsti mezzi propri liberi o liberabili per 1,5 miliardi. E a conti fatti le fonti di finanz