Telefoni, bolletta meno cara da settembre
La riduzione delle tariffe fisso-mobile consentirà alle famiglie risparmi fino al 20 per cento
La decisione riguarda per il momento solo la Telecom, che comunque controlla il 70% del mercato della telefonia fissa. Ma è facile pronosticare che i concorrenti dell'ex monopolista rivedranno anch'essi al ribasso i listini. La riduzione delle tariffe di terminazione fisso/mobile (il costo di interconnessione che gli operatori fanno pagare ai loro utenti per "passare" una chiamata in arrivo da un'altro gestore), varata ieri dalla Autorità garante per le tlc, mette fine ad un'anomalia del mercato italiano - negli altri paesi europei non esistono differenze tra le tariffe di terminazione fisso/mobile e mobile/mobile - e promette di dare un po' di ossigeno alle finanze, piuttosto provate di questi tempi, delle famiglie italiane. Che risparmieranno, secondo le stime fornite dall'Autorità per le tlc, 150 milioni di euro già in questo scorcio di 2005, e 400 milioni nell'arco di 12 mesi dall'entrata in vigore del provvedimento (e cioè dal 1° settembre). Un atto doveroso: così ieri ha presentato la delibera dell'Autorithy il neopresidente Corrado Calabrò. Che difatti ne aveva prospettato l'adozone fin dal suo insediamento, solo due mesi fa. «Sulle chiamate da fisso a fisso le tariffe del mercato italiano - ha rammentato Calabrò - sono le più basse d'Europa. Bisognava mettere riparo, invece, al ritardo accumulato sul fronte del mobile». Calabrò ha deciso di accelerare nostante la delibera di ridisegno del mercato 16, quello della terminazione mobile, sia ancora allo studio dell'Autorità. Il provvedimento adottato ieri va quindi inteso come «cautelare e provvisorio». Il suo carattere di urgenza, tuttavia, si giustifica secondo Calabrò con la particolare situazione del mercato: «Dal 2003 ad oggi i costi per le aziende sono scesi costantemente, al contrario delle tariffe; e ciò nonostante in questo settore i consumi siano sempre aumentati». L'intervento sui prezzi comporterà un abbattimento delle tariffe massime delle chiamate fisso/mobile da 14,95 centesimi al minuto a 12,1 centesimi al minuto per Tim e Vodafone, e da 18,65 a 14,35 centesimi al minuto per Wind: cifre più basse di quelle circolate nei giorni scorsi. «Con la riduzione del prezzo - ha fatto notare Calabrò - l'Italia si allinea alla media europea, che ooscilla tra 12,15 e 12,30 centesimi al minuto». Questo almeno per quanto riguarda gli operatori che l'Autortà ha riconosciuto «dominanti» nel mercato. Diverso discorso, invece, per H3g: il ruolo dominante nel suo specifico mercato di riferimento (quello dei videofonini, per intendersi) non ha impedito all'autorità di tutelarne la posizione di "matricola" nel settore delle tlc. «Un'imposizione di obbligo di prezzo - ha rilevato Calabrò - avrebbe rappresentato un onere eccessivo» per H3g, la cui posizione sarà comunque oggetto di un nuovo esame tra un anno. Le nuove tariffe di terminazione fisso/mobile, inoltre, sono state estese dall'Autorità anche alle chiamte tra cellulari. Si tratta, in ogni caso, di prezzi massimi, che avranno un effetto solo indiretto sulle tariffe: in questo settore, infatti, comanda il mercato e hanno la meglio gli accordi di interconnessione tra operatori. Accordi che dovranno però attenersi alle regole della concorrenza per non incappare nelle sanzioni dell'Antitrust. Tuttavia, ha assicurato Calabrò, in un mercato così concorrenziale è difficile che gli operatori facciano cassa con costi più bassi, invece di riversarli sulle tariffe. Domani, all'appuntamento annuale con la Relazione sull'attività dell'Autorità, Calabrò si presenterà quindi con un risultato che annuncia fin d'ora un nuovo indirizzo per il mercato delle tlc.