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Pensioni, scontro sulle assicurazioni

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A far discutere, è l'equiparazione tra i diversi tipi di prodotti su cui far confluire il tfr (trattamento di fine rapporto), prevista dal testo varato dal Governo. Giampaolo Galli, direttore generale dell'Ania, ieri ha mandato un chiaro segnale a Confindustria e sindacati, contrari all'equiparazione: in caso di modifiche del testo su questo punto l'Ania farà sicuramente ricorso alla Corte Costituzionale. «Un'eventuale modifica sarebbe palesemente contraria alla legge delega - ha precisato Galli all'uscita da un'audizione alla Commissione Bilancio e Lavoro, dove è iniziato l'esame del decreto - che è chiarissima in materia di equiparazione di tutte le forme previdenziali». Posizioni assai lontane da quelle dei sindacati, che temono invece i maggiori rischi derivanti dal conferimento del Tfr a prodotti assicurativi individuali. «Il Tfr è una forma di salario differito che in nessun modo può essere considerato alla stregua di un qualsiasi altro tipo di investimento che ne metta a rischio la certezza del rendimento e persino del capitale», ha risposto Renata Polverini, vice segretario generale dell'Ugl, a Galli. Sul fronte dei poteri di vigilanza, attribuiti dal decreto per intero alla Covip, è tornato ieri il presidente dell'Isvap Giancarlo Giannini: «Il nostro convincimento è che una corretta gestione dei prodotti assicurativi - ha affermato - debba essere riservata all'Isvap. Il testo prevede che i controlli sulla stabiltà delle imprese spettino a noi, ma non vedo come si possa fare senza il controllo sui prodotti». Nonostante i nodi da sciogliere siano ancora molti, in primo luogo quello della copertura finanziaria per le imprese, il ministro del Welfare, Roberto Maroni, ieri è tornato a ribadire che a settembre saranno varate tutte le misure adeguate.

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