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Bnl, stretta sul consorzio

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a sostegno di Unipol

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Finora però nessuna novità sulla definizione del consorzio è stata comunicata agli immobiliaristi del contropatto per fissare una nuova riunione, in un primo tempo fissata per venerdì prossimo, nella quale Consorte, numero uno della compagnia bolognese, dovrebbe fornire le garanzie per rilevare il 27% circa della banca di Via Veneto in mano alla cordata capitanata da Francesco Gaetano Caltagirone. Ad un prezzo che da più parti viene indicato in 2,7-2,75 euro per azione. Un trasferimento di quote che farebbe scattare un'opa obbligatoria per Unipol portando però ad una differenziazione del prezzo offerto agli azionisti in caso di cessione dei titoli. Una ipotesi contro cui si è scagliato Luigi Abete, presidente della Bnl. «Sarò inflessibile nel difendere i piccoli azionisti» perchè una società moderna, dice Abete a margine dell'assemblea dell'Abi, prevede che ad un'opa si risponda con una contro-offerta o respingendo la proposta tenendosi le azioni. Altre soluzioni sono contro il mercato e soprattutto contro i piccoli soci, aggiunge con forza, perchè quelli maggiori sanno difendersi da soli. L'offerta spagnola sta per scadere e entro questo fine settimana o al massimo l'inizio della prossima, fanno sapere fonti del contropatto, dovrà essere stabilita una eventuale offerta alternativa all'unica finora in campo e che le continue voci su possibili opa concorrenti stanno contribuendo a tenere in stand by. Come in sospeso resta anche la riunione del contropatto con Consorte. Definito il prezzo e pianificati i meccanismi per far scattare l'opa al numero uno della società emiliana restano da sciogliere alcuni nodi. Primo tra tutti convincere tutti quelli che devono mettere i soldi nell'operazione ad aprire le casse. In particolare, definito l'eventuale pool di istituti stranieri, Consorte starebbe in queste ultime ore cercando una banca italiana in sostituzione allo sforzo fin qui sostenuto da Bpi. Un istituto da affiancare a Carige e Bper, che avrebbero garantito il loro impegno. La Popolare Vicenza, infatti, non sarebbe intenzionata, secondo alcune fonti finanziarie, a salire ulteriormente (è attualmente al 3,6%) e ieri il presidente Gianni Zonin, prima di ribadire l'impegno a tener ferme le quote ha paventato anche l'ipotesi di aderire alla migliore tra le scelte di mercato possibili.

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