Petrolio alle stelle: Scajola chiama gli sceicchi

Uno scenarrio che non promette niente di buono e che ha spinto ieri il ministro delle Attività produttive Claudio Scajola a prendere una nuova iniziativa. Dopo aver insediato la commissione ministeriale anti-rincari e aver esercitato una forte pressione per il taglio delle accise sulla benzina, il ministro si è spinto a cercare un accordo con gli sceicchi del Golfo persico, per fare in modo che il prezzo che l'Italia paga per il petrolio non sia per forza quello determinato da un mercato che sembra impazzito. I prezzi del greggio, infatti, hanno ormai raggiunto livelli insostenibili per le imprese italiane, che registrano spese rilevanti sul fronte del carburante, come autotrasportatori, pescatori, agricoltori. I camionisti hanno lanciato l'allarme qualche giorno fa, parlando di aziende «al collasso». E ieri è stata la volta dei pescatori, che hanno addirittura scelto la strada dello sciopero a oltranza contro il caro-gasolio: l'iniziativa è delle marinerie di Ancona e Civitanova, che hanno invitato tutte le altre organizzazioni italiane ad aderire alla protesta e a partecipare alla manifestazione nazionale in programma a Roma per il 18 luglio. Ma il fermo-pesca non è il solo rischio all'orizzonte. Anche gli agricoltori, infatti, secondo quanto denuncia la Coldiretti, sono allo stremo. Il prezzo dei carburanti destinato all' attività agricola è salito del 14% nei primi cinque mesi dell' anno e i conti economici delle aziende ne risentono pesantemente. «Il caro gasolio - ha sottolineato l'organizzazione - colpisce l'agricoltura nel momento in cui nei campi serve energia per l'irrigazione, per le attività di raccolta e le lavorazioni agronomiche dei terreni. Una situazione che mette a rischio la competitività delle imprese» e che va affrontata puntando sulle energie rinnovabili».