DIFFUSIONE capillare sul territorio e servizi sempre più innovativi per trasformare la banca tradizionale ...
A tracciare la rotta è il piano 2005-2007, che semplifica la catena gestionale (inglobando Fineco e Mcc), mentre si amplia il Patto di Sindacato (accogliendo la Fondazione Banco di Sicilia). Nessuna cessione per le partecipazioni in Rcs e Mediobanca, ma non è esclusa, «nel tempo», la cessione della quota di Fiat legata al prestito convertendo garantito al Lingotto. Crescita passa per via interna e servizi. Il balzo in avanti del gruppo - secondo quanto stilato dal suo management - dovrà passare per via interna e non attraverso acquisizioni esterne, come deciso, invece, da altre rivali del settore. «Il piano - ha spiegato Arpe - prevede l'apertura di oltre 370 filiali. Vi sarà una grande Capitalia con più filiali e nuovi servizi». E proprio sul fronte dei servizi, la banca vuole compiere una sterzata, partendo dall'orario continuato per gli sportelli e dall'apertura il sabato sino ad arrivare alla consulenza fiscale e pensionistica, alla fornitura di informazioni per la prevenzione di malattie, e all'emissione di biglietti e certificati. Target ambiziosi, dividendo può salire. Sportelli e nuove offerte, oltre a una riduzione dei costi, dovrebbero condurre - secondo i vertici - a obiettivi ambiziosi, aprendo la strada a una possibile evoluzione del dividendo. Il business plan prevede, nel 2007, ricavi pari a 5,9 miliardi, mentre l'utile per azione è previsto a 0,51 euro per azione. Previsti costi operativi pari a 3,2 miliardi, e un risultato lordo di gestione pari a 2,7 miliardi. Numeri passibili di influenzare anche la dinamica dei dividendi: guardando indietro, ha precisato Arpe, «si è passati da un dividendo simbolico a uno significativo». Si amplia il Patto di sindacato. Il progetto di fusione di Fineco in Capitalia dovrebbe garantire un risparmio sui costi pari a circa 30 milioni di euro nel 2007 attraverso l'ottimizzazione dei servizi, l'eliminazione della doppia quotazione, e l'allargamento dei servizi del nuovo gruppo. La diluizione delle quote per gli azionisti richiederanno però uno sforzo. E ieri l'ad del socio di maggioranza, l'Abn Amro, Rijkman Groenink, ha detto di non aver ancora deciso se riportare la quota in Capitalia al 9%, dopo tale diluizione.