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Caputi cambia mission a Sviluppo Italia

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L'Agenzia si concentrerà sui progetti strategici e l'attrazione dei grandi investimenti esteri

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Ma Sviluppo Italia, l'agenzia del Tesoro guidata da Massimo Caputi, ha poco a che vedere con quel concetto di carrozzone pubblico che nelle ultime settimane si è tentato di appicicargli. E dopodomani, con l'approvazione dei conti 2004, prenderà ancora di più le distanze da quel modello di elemosiniere di Stato che tutti denunciano, salvo chiederne l'intervento quando la crisi di turno minaccia l'azienda sotto casa. Conti a posto. Per cominciare il bilancio chiuderà con 2,7 milioni di utile, anche se dopo una serie di proventi straordinari. Niente rosso, dunque, nonostante una gigantesca attività di supporto allo sviluppo imprenditoriale: oltre un miliardo di euro investiti, poco èiù di 14 mila imprese assistite e 24 mila posti di lavoro creati dal nulla. Più investimenti dall'estero. La novità in programma sarà però un importante cambio di passo. In futuro l'Agenzia smetterà sempre più rapidamente i panni di Croce Rossa di tanti fallimenti industriali pubblici e privati, per concentrarsi sull'attività di promozione del Paese all'estero, rafforzando quella funzione di attrazione degli investimenti esteri indispensabile per far ripartire l'economia nazionale. L'obiettivo è organizzare dei continui road show sulle grandi piazze finanziarie, incanalando la gigantesca liquidità finanziaria presente sui mercati verso nuovi progetti industriali. In questo senso è stato già attivato InvestInItaly, il primo referente unico nazionale a disposizione degli imprenditori stranieri che intendono investire in Italia. È qui che si giocano i numeri veri: ad oggi sono stati presentati 19 piani per 4,3 miliardi. Portare queste risorse in Italia è la grande scommessa di domani. Maggiore peso alle regioni. La strategia di costituire delle nuove società regionali è risultata vincente. Sviluppo Italia ha incrementato i progetti finanziati su tutto il territorio nazionale. Solo nell'ultimo anno gli interventi agevolativi nel Nord del Paese sono passati dal 3 all'8%. E anche in Centro Italia si registra un incremento del 7% delle attività sostenute. Su questa linea, l'Agenzia ha intensificato gli sforzi su alcuni settori specifici: giovani, donne, soggetti svantaggiati e disabili. Iniziative che costano, e che non possono essere ricondotte solo al risultato del conto economico (d'altronde la mission affidata a Caputi non è quella di fare utili). Sarebbe un errore, quindi, giudicare uno spreco le risorse distribuite sul territorio per dare una speranza (e un'attività economica di sostentamento vera) a migliai di persone. In questo quadro rientrano anche le azioni di sostegno alla Pubblica amministrazione, in particolare nel settore turistico e delle telecomunicazioni. Nel capitolo delle imprese finanziate, 14.136 per la precisione, oltre il 95% sono di nuova costituzione e rappresentano il 5,5% di tutte le imprese nate in Italia nel corso del 2004. Il supporto a questi progetti ha generato l'attivazione di finanziamenti per oltre 838 milioni di euro. Con le 34 società controllate, l'Agenzia è intervenuta in alcuni tra i settori strategici del Paese, dove l'iniziativa dei privati da sola non è stata in grado di produrre risultati accettabili: lo sviluppo dei poli turistici integrati, il potenziamento della portualità turistica, la diffusione della banda larga e l'avvio del progetto Autostrade del mare. Tutti questi numeri dopodomani dovranno essere approvati e presentati al Governo. Le sirene che stanno battendo la grancassa dei grandi giornali per dimostrare il contrario, difficilmente riusciranno a trasformare questi risultati in obiettivi mancati.

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