OGGI LA RIUNIONE A BASILEA
Sviluppo e crescita sotto la lente della Bri
L'istituto di Basilea riunisce oggi l'assemblea generale e l'andamento dell'economia mondiale, alle prese con l'ennesimo surriscaldamento del prezzo del greggio sui mercati internazionali, farà con ogni probabilità da sfondo all'esame degli esperti in occasione dell'appuntamento annuale. Quella che verrà resa nota oggi è la settantacinquesima relazione annuale della Bri, in pratica la banca delle banche centrali, cui partecipano 55 istituti titolari di diritto di voto e di rappresentanza in qualità di membri dell'organizzazione. Per l'Italia è presente il governatore di Bankitalia, Antonio Fazio. Sono attesi nella città elvetica anche i responsabili delle due più importanti autorità monetarie mondiali, Jean Claude Trichet per la Bce e Alain Greenspan per la Federal Reserve statunitense. Non è infrequente inoltre che all'assemblea generale della Bri siano affiancate riunioni con i rappresentanti di alcuni tra i principali istituti di credito europei, in qualità di osservatori. È facile presumere che il rapporto degli economisti della banca, che arriva a poche settimane dal vertice economico del G7 a Londra e alla vigilia di un altro importante appuntamento, il G8 in Scozia sotto presidenza britannica, non tralascerà gli aspetti più salienti dell'economia, dai conti pubblici delle diverse aree geografiche ai principali settori produttivi e finanziari, senza trascurare un approfondimento della realtà dei paesi in via di sviluppo e delle economie emergenti. Lo scenario di fondo resta sostanzialmente favorevole, con stime positive per lo sviluppo e con tassi di interesse che si mantengono bassi, mantenendosi ai minimi storici in Europa. Non mancano tuttavia alcuni squilibri e anomalie, puntualmente richiamati dalle previsioni dei principali organismi internazionali. Tra gli squilibri il riferimento è essenzialmente rivolto ai cosiddetti deficit gemelli statunitensi (dei conti pubblici e delle partite correnti), che spesso vengono identificati come allarme per la crescita economica mondiale. Il dissesto dei conti Usa e la debolezza di alcune economie europee continentali restano i primi indicatori di rischio per la ripresa complessiva mondiale.