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Salari più su dei prezzi

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A maggio, secondo i dati diffusi ieri dall'Istat, in media i salari sono aumentati del 3,1% rispetto a un anno prima (a fronte dell'1,9% del tasso di inflazione) ma il dato è il più basso dal dicembre del 2004. Rispetto ad aprile le retribuzioni sono cresciute dello 0,1% e su base annua, se non dovessero intervenire nuovi rinnovi contrattuali, l'indice dovrebbe registrare un aumento del 3%. Nel primo trimestre dell'anno si è registrato un boom di scioperi con 1,6 milioni di ore perse e il 129% in più rispetto allo stesso periodo del 2004. I dati dell'Istat sulle retribuzioni sono contestati dai sindacati che parlano di cifre «fuori dalla realtà» e sottolineano come il crollo dei consumi sia spiegabile con le buste paga troppo leggere, soprattutto nei casi in cui i lavoratori devono aspettare mesi prima di vedere rinnovato il proprio contratto. L'Istituto ha rilevato che oltre quattro lavoratori su dieci sono in attesa di rinnovo del contratto (il 42,4% dei contratti sono scaduti sulla base del monte retributivo totale osservato) e che la percentuale sfiora l'80% per i lavoratori delle pubbliche amministrazioni (81,2% del monte retributivo). E infatti proprio nel settore pubblico nel primo trimestre del 2005 si sono concentrati l'80% delle ore di sciopero. L'aumento tendenziale del 3,1% a maggio è il risultato di andamenti molto diversi tra di vari settori. A fronte di variazioni nulle in ministeri, sanità, scuola e autonomie locali si sono registrati aumenti tendenziali dell'8,9% per le forze dell'ordine e del 12% per i militari e la difesa.

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