Nuovo contratto di lavoro per rilanciare il part-time
Il nuovo piano mira ad aumentare per imprese e lavoratori l'appetibilità del lavoro a tempo parziale, cui finora si è fatto scarso ricorso (35% delle madri e meno del 13% dell'occupazione totale) anche a causa delle eccessive rigidità normative, superate di recente con le nuove disposizioni contenute nel decreto legislativo 276/2003 e, successivamente, nella "Legge Biagi". Un nuovo part-time - studiato non solo per le donne, ma per conciliare meglio tempi di lavoro e tempi di vita anche per chi entra nel mercato del lavoro o per chi, gradualmente, ne esce a fine carriera - che può essere orizzontale (orario giornaliero ridotto), verticale (orario normale concentrato solo in alcuni giorni) o misto (combinazione delle altre due modalità). Il lavoratore part-time ha uguali diritti e doveri nei confronti dell'azienda e una retribuzione oraria equivalente a quella dei lavoratori a tempo pieno (ma i trattamenti economici relativi a retribuzione, malattia, infortuni e maternità sono calcolati in proporzione), con il medesimo trattamento normativo degli altri dipendenti (durata di ferie, malattia, congedi di maternità e parentali). Tra le maggiori novità, una modulazione dell'orario di lavoro che si estende anche ai contratti part-time a tempo determinato e un lavoro supplementare (che eccede i termini del part-time, ma entro i limiti dell'orario a tempo pieno) che non è più soggetto al limite massimo del 10% delle ore lavorate, mentre è stata abolita la sanzione legale della maggiorazione del 50%. Il lavoro straordinario (che eccede l'orario full time) è previsto solo per il part-time verticale o misto. Il lavoro elastico e flessibile (periodi di tempo maggiori o diversi rispetto a quelli fissati dal contratto) è regolato dagli accordi collettivi e individuali e richiede il consenso scritto del lavoratore. Se previsto dal contratto individuale, il lavoratore part-time ha il diritto di precedenza nel passaggio a full time, in caso di nuove assunzioni nelle unità produttive dello stesso comune e con mansioni analoghe. Viceversa, il lavoratore a tempo pieno ha la precedenza nel caso di assunzioni part-time. «Perché il part-time sia veramente una libera scelta, è necessario garantire il più possibile il ritorno al full time» ha detto Isabella Rauti. «Attraverso il progetto Spinn (Servizi per l'impiego network nazionale) - ha aggiunto Natale Forlani, amministratore delegato di Italia Lavoro - abbiamo messo a punto un vademecum per le imprese che intendono realizzare progetti di conciliazione tra attività professionale e di cura per i propri dipendenti».