L'auto brucia 320 milioni, ma Fiat vede l'utile
Il gruppo di Torino non abbandonerà il settore in crisi. Al via un nuovo piano per ridurre i costi
Quest'anno costerà ancora 320 milioni di perdite (erano 824 nel 2004). Ma nel complesso la holding del Lingotto chiuderà il bilancio di quest'anno in attivo, grazie al contributo delle componenti straordinarie. Dunque il piano dell'azienda va avanti. E il comparto dell'auto non sarà dismesso. Anzi, entro due settimane sarà pronto il piano per il comparto da discutere con i sindacati («niente di rivoluzionario e nessuna chiusura di stabilimenti»). Di fronte all'assemblea che ieri ha approvato i conti e deliberato l'ingresso in Cda di Gian Maria Gros-Pietro, Vittorio Mincato, Mario Zibetti e Virgilio Marrone, Marchionne ha ribadito che il 2004 è stato per il gruppo l'ultimo anno di perdita netta. Tutti gli obiettivi fissati sono stati raggiunti, primo fra tutti quello del breakeven del gruppo, mentre il fatturato ha registrato una crescita del 5,5%. spiega). Per il 2006 l'azienda si attende un utile netto superiore ai 700 milioni di euro. Anche il cash flow operativo di gruppo dovrebbe essere positivo, mentre nel 2007 l'aspettativa è di un utile netto di 1,6-2 miliardi di euro e un margine operativo del 5-6%. Libera dai legami con Gm, grazie all'accordo sul put, la Fiat punta ora sui nuovi modelli e non ha allo studio, ha precisato Marchionne, alcuno scorporo dell'Auto: per la Croma la previsione è di vendere circa 20.000 nel 2005 e 50-60.000 l'anno a regime, mentre per la nuova Punto si prevedono vendite intorno alle 340-360 mila unità. La nuova Stilo entrerà in produzione alla fine del 2006 e sarà commercializzata nel primo trimestre del 2007. Marchionne ha precisato che la Fiat non ha intenzione di affidare alla Magna Steyr la produzione, ma che la società austriaca guidata da Herbert Demel si occuperà solo dello sviluppo di alcune parti. Positive le previsioni per Cnh e Iveco. Rimane il problema dei costi di Fiat Auto che «ha imposto misure dolorose, ma indispensabili»: «La riduzione dei costi del personale di circa il 30%, in gran parte realizzata - ha detto Marchionne - porterà un risparmio di 105 milioni di euro nel 2005 e di 180 milioni su base annua. Rivista anche la distribuzione delle spese pubblicitarie, con tagli per 150 milioni di euro già nel 2005». La situazione resta difficile - ha aggiunto Montezemolo - che però ha garantito l'impegno della famiglia Agnelli nel continuare a dare il proprio supporto. Il presidente Fiat ha poi raccontato di una telefonata di Carlo De Benedetti («mi ha detto che un suo interesse alla Fiat è fuori da qualsiasi umana immaginazione»). Segnali chiari anche sul fronte delle partecipazioni finanziarie di Torino: le quote in Rcs e Mediobanca sono incedibili.