Scajola contro l'Ania: ridurre subito l'Rc auto
A richiamare le compagnie di assicurazione è il ministro delle Attività produttive, Claudio Scajola, che dal palco dell'assemblea dell'Ania ha chiesto alle compagnie un ulteriore «passo in avanti». Un passo che può essere facilitato dall'adozione dell'indennizzo diretto, per il quale il governo si spenderà con il massimo impegno chiedendo innanzitutto al Parlamento una apposita delega per accelerare i tempi. Sollecitazioni che trovano però l'Ania fredda. Il presidente Fabio Cerchiai sottolinea infatti che gli aumenti abnormi spesso denunciati sono «inesistenti» e che i rincari sono oggi ben al di sotto del tasso di inflazione. Per di più prima di passare all'indennizzo diretto, bisogna esaminare con una certa «cautela» pro e contro del nuovo meccanismo «per risolvere al meglio i numerosi problemi di carattere giuridico e gestionale che esso pone». Cerchiai non è convinto che il passaggio all'indennizzo diretto possa essere la soluzione di tutti mali, mentre Scajola aumenta il pressing. Il risarcimento diretto, spiega il ministro, «avrà ricadute su tempi e costi del risarcimento e in generale sul rapporto assicurazione e assicurato» e nonostante il cambiamento di abitudini che dovranno affrontare le imprese con nuovi investimenti e riorganizzazioni, «sarà un'opportunità per le compagnie». Una sorta di «operazione simpatia, con un ritorno positivo sull'opinione pubblica». Anche perchè è tramite l'indennizzo diretto che si potranno in qualche modo ridurre i costi del risarcimento, che sono la spina nel fianco delle compagnie, e quindi contenere anche le tariffe. Per l'Ania è però già un risultato «importante e impensabile fino a 3 anni fa aver riportato la dinamica tariffaria a metà dell'inflazione». In quasi due anni, sottolinea Cerchiai, «l'incremento tariffario complessivo è stato dell'1,8% a fronte di un aumento dell'inflazione pari al 4,2%». E se si considerano i dati dei dodici mesi terminati lo scorso maggio, «l'aumento tariffario è stato dell'1,2%, contro l'1,9% dell'indice generale dei prezzi al consumo». Dati contestati invece dai consumatori, che, per bocca del Movimento difesa del cittadino, tornano a denunciare impennate fino al 127% in dieci anni con costi «proibitivi per i giovani». E non solo. Secondo Adusbef e Federconsumatori ci sono infatti da temere anche «aumenti in agguato» dal primo luglio, quando scatteranno le nuove tariffe. Le associazioni prevedono rincari «del 6% già deliberati da alcune compagnie» con punte «dal 30 al 70% per le polizze telefoniche». L'Adiconsum critica infine l'Ania per la «tiepidezza» dimostrata sull'indennizzo diretto, meccanismo invece pienamente appoggiato da tutte le associazioni dei consumatori.