Oro nero ancora da record Verso i 60 dollari al barile

Dopo le quotazioni sono peraltro ripiegate, con una chiusura al di sotto dei 59 dollari, a 58,60. Sono invece rimasti poco variati, a 59,80 dollari, i futures con scadenza ad agosto (ieri i più scambiati visto che quelli targati luglio erano all'ultimo giorno di trading) che lunedì si erano portati brevemente sopra i 60 dollari barile (60,02). L'annunciato sciopero dei lavoratori del comparto petrolifero in Norvegia potrebbe contribuire a un ulteriore balzo dei prezzi. La Norvegia è il terzo maggior esportatore di oro nero dopo Arabia Saudita e Russia e un suo stop darebbe una forte scossa rialzista alle quotazioni, su cui pesa come un macigno il timore che la produzione di greggio non riesca a far fronte alla crescente domanda mondiale. Prima dell'exploit in chiusura di seduta, i futures sull'oro nero targati luglio avevano oscillato in leggera flessione poco sopra quota 59 dollari barile, risentendo di alcune prese di profitto del mercato e delle attese di dati positivi sul fronte delle scorte settimanali di distillati negli Usa (tra cui diesel e gasolio da riscaldamento) che saranno rese note oggi. La stima è per un aumento di 2 milioni di barili. I prezzi rimangono in tensione per il timore di possibili blocchi alla produzione: oltre che in Norvegia, nella tormentata Nigeria dove al conflitto civile si unisce la minaccia terrorismo. Inoltre, osservano gli addetti ai lavori, il mercato è preoccupato dall'eventualità di un forte squilibrio fra domanda e offerta di greggio negli ultimi mesi dell'anno, ovvero nel momento in cui esplode la richiesta di carburante da riscaldamento.