Unipol conferma, l'Opa su Bnl è in arrivo

Ieri, primo giorno utile per scambiare le azioni di Via Veneto con quelle del Bbva (una spagnola per cinque italiane, con un controvalore di 2,52 euro) sono state cedute solo 3004 azioni ordinarie Bnl. Dunque, solo un misero 0,0001% dei titoli oggetto dell'offerta. Un avvio decisamente deludente, segno che il mercato attende un rilancio degli spagnoli o una contro-Opa del fronte italiano. Offerta che adesso sembra imminente, dopo che le pressioni Consob hanno costretto l'Unipol a venire allo scoperto e ammettere ufficialmente l'esistenza di un dossier su una tale operazione. Il consiglio di amministrazione della compagnia bolognese non ha ancora esaminato il dossier - ha specificato il gruppo - ma è chiaro che bastano 48 ore per convocare gli amministratori e decidere come tutelare al meglio il 50% di Bnl Vita in mano alla società guidata da Giovanni Consorte. Questa partecipazione, infatti, viene ufficialmente accreditata come movente dell'operazione. Gli spagnoli nel frattempo si sono chiusi in difesa e finora non cedono: nè sull'ipotesi di un miglioramento dell'offerta, il cui prezzo resta decisamente sotto la valutazione del mercato, nè su quella di una co-gestione della banca, che li vedrebbe sborsare un quantitativo di denaro ingente per poi avere una governance di difficile attuazione anche in futuro. Dunque il Bbva per il momento resta alla finestra, aspettando di vedere cosa faranno in concreto gli avversari. L'operazione allo studio di Unipol è infatti non poco dispendiosa. In contanti e agli attuali livelli di prezzo raggiunti, una contro-opa sulla Bnl navigherebbe intorno agli 8-9 miliardi di euro: valore molto più elevato della capitalizzazione di Unipol. Una cifra molto ingente, quindi, che potrebbe portare la compagnia assicurativa, nel caso decidesse di dichiarare effettivamente la guerra al Bilbao, a muoversi insieme con altri soggetti per rispettare le regole di prudente gestione sulla base delle quali Bankitalia darà o meno il via libera ad una offerta alternativa. La società bolognese, su richiesta della Consob, ha già fatto sapere ufficialmente nei giorni scorsi ai mercati di non aver avuto contatti con la Royal Bank of Scotland per finanziare l'eventuale assalto e ieri fonti vicine al management del gruppo emiliano hanno gettato ulteriore acqua sul fuoco, sviando ogni ipotesi sui possibili partner e affermando che contatti per un eventuale opa non sarebbero in corso nemmeno con la Deutsche Bank, guidata in Italia da Vincenzo De Bustis. Ipotesi quest'ultima avanzata da alcune indiscrezioni apparse sulla stampa nel fine settimana. Nel frattempo, se Unipol decidesse di andare all'offerta, Consorte dovrà compattare tutto il fronte delle cooperative, al momento tutt'altro che unito sulla valutazione dell'operazione nonostante le recenti dichiarazioni di Coopfond e dell'azionista Holmo in favore del numero uno della compagnia bolognese. Inoltre, la possibilità dello scontro per ora sta penalizzando Unipol in Borsa, dopo che le indiscrezioni sui contatti in corso tra Bbva e Unipol avevano fatto prefigurare un compromesso sulla gestione di Via Veneto. Ieri i titoli Bnl hanno perso il 2,8% attestandosi comunque a 2,80 euro, quotazione superiore alla valutazione del concambio fissato dall'Ops spagnola. Intanto, su altro fronte, prosguono gli accertamenti della magistratura capitolina sulla scalata a Bnl. Ieri il finanziere Stefano Roma, di Leonardo Capital Found, è stato sentito in Procura. Roma è stato ascoltato come persona informata sui fatti dal procuratore aggiunto Achille Toro e dal sostituto Perla Lori. Obiettivo dei magistrati sarebbe quello di ricostruire i movimenti delle azioni della banca romana, e in questo ambito si inquadrerebbe l'audizione di Stefano Roma, giacchè il Fondo Leonardo avrebbe venduto circa il 2,3% di titoli di Bnl in prossimità dell'ultima assemblea dei soci.