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Si allarga la protesta dei Buoni pasto

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In tutto sono 65.000 i pubblici esercizi, fra i quali anche gastronomie e rosticcerie, che hanno convenzioni con le società che emettono i ticket restaurant. L'accusa mossa da bar e ristoranti è che le commissioni siano troppo elevate (dal 7 al 12%), con aumenti «intollerabili» negli ultimi anni, e i pagamenti troppo lenti. Prendere un ticket anzichè contanti sarebbe quindi un affare che non conviene più. «Non esiste nessun cartello tra le società che emettono i buoni pasto», ribatte l'Anseb, l'associazione che le riunisce, secondo la quale «servono regole certe per il settore». Sull'adesione dei locali torinesi è guerra di cifre: l'Epat parla di «un risultato superiore a ogni più rosea aspettativa», con il 64% dei locali che non ha accettato i buoni pasto, mentre per la Fiepet torinese (federazione dei pubblici esercizi della Confesercenti) «da un sondaggio effettuato in 150 bar e ristoranti di Torino e provincia risulta che oltre il 70% ha dichiarato di non aderire alla protesta». Sul piede di guerra le associazioni dei consumatori: il Codacons ha presentato un esposto al procuratore aggiunto di Torino, Raffaele Guariniello, in cui ipotizza il reato di serrata.

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