Il petrolio a un passo dai 60 dollari al barile
Prezzi record a New York e Londra. Preoccupano le tensioni in Nigeria e il calo delle riserve Usa
Sulla piazza Usa i futures per consegna a luglio sono schizzati ieri fino a 58,60 dollari a barile - aggiornando dunque il precedente primato di 58,28 segnato il 4 aprile scorso - e hanno poi chiuso ugualmente su livelli senza precedenti, a 58,47 dollari al barile (+3,3%). Volo record anche a Londra: i futures sul Brent del Mar del Nord per consegna ad agosto si sono impennati sino a 57,95 dollari, per chiudere sempre su quota record, a 57,76 dollari (+2,7%). L'ennesima fuga in avanti dell'oro nero è scaturita dai timori su possibili problemi alla produzione in Nigeria, ottavo maggior esportatore mondiale, dopo la chiusura dei consolati Usa, britannico e tedesco disposta per il rischio di attacco di terroristi islamici. Ma le quotazioni sono in tensione, come già nei giorni scorsi anche per le preoccupazioni - tornate in primo piano con gli ultimi rapporti Aie e Opec sull'andamento del mercato mondiale - relative agli squilibri tra domanda e offerta. I timori riguardano soprattutto lo scenario relativo all'ultimo trimestre dell'anno, quando il sopraggiungere dell'inverno accelera i consumi energetici. Il consumo globale di greggio salirà a 86,4 milioni di barili al giorno nel quarto trimestre, secondo le stime Aie, per un aumento di 200.000 barili rispetto alla stima resa un mese fa. Nel primo trimestre dell'anno, la produzione mondiale di oro nero ha segnato una media giornaliera di 83,3 milioni di barili. Per quanto riguarda i dati Usa, si è segnalato un forte calo delle scorte (-4,9 milioni di barili) nelle ultime due settimane. I consumi continuano intanto a crescere: nell'ultimo mese la domanda di benzina è salita del 3% su base annua, mentre il consumo di distillati, tra cui il diesel e il gasolio da riscaldamento, è cresciuto del 6,5%. Secondo gli esperti, il petrolio è destinato a proseguire la sua corsa nei prossimi giorni, tenendo in vista il traguardo dei 70 dollari a barile. Uno scenario certamente preoccupante per l'economia mondiale che già deve fare i conti con prezzi in aumento del 52% rispetto a un anno fa. Preoccupazione anche in Italia per il prezzo della benzina. Gli aumenti del greggio potrebbero tradursi presto in un nuovo rialzo dei prezzi. Per questo il ministero delle Attività produttive ha chiesto la massima trasparenza sul fronte dei prezzi applicati dalle compagnie.