La Bce cambia strada e pensa a tagliare i tassi
La moneta europea è scesa ieri sotto la soglia di 1,21 dollari toccando un minimo di seduta di 1,2028 dollari. Sotto pressione per l'allargarsi del differenziale di tassi e crescita rispetto agli Usa, la moneta unica sta soffrendo per la percezione che la Banca centrale europea stia considerando l'ipotesi di un taglio del costo del denaro. Così, almeno, sono state interpretate le parole del capo-economista della Bce, Otmar Issing, il quale in un'intervista rilasciata a Der Spiegel avrebbe fatto capire che l'Istituto di Francoforte non esclude la possibilità di limare il costo del denaro fermo attualmente al minimo storico del 2%. «Nel passato i mercati finanziari quasi sempre hanno anticipato correttamente le nostre decisioni» - ha affermato Issing commentando la fondatezza delle attese del mercato circa un taglio del costo del denaro. Per di più, l'inflazione ora appare meno preoccupante dal momento che «la crescita debole ha attutito i rischi riguardanti la stabilità dei prezzi». Un segnale, per gli operatori, che la Bce sarebbe ora più propensa a muoversi sulla strada dell'abbassamento dei tassi invocata dai governi dei maggiori Paesi europei per far fronte alle crescenti difficoltà di Eurolandia. Dunque appare praticamente ribaltato lo scenario che guidava il mercato fino a sei mesi fa, quando si dava per certa una stretta monetaria della Bce e la scommessa si giocava tutta sul timing della manovra restrittiva. Poi, la frenata del Pil dell'Eurozona ha indotto gli analisti a mettere in conto un rinvio del rialzo dei tassi al 2006, per arrivare ora a considerare la possibilità di una correzione al ribasso capace di stimolare un'economia che langue. Tutto questo mentre il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, continua ad escludere l'ipotesi di un allentamento: solo cinque giorni fa ha ripetuto che «i tassi di interesse reali nell'Eurozona sono ancora bassi». Resta il fatto che dall'inizio del 2005 l'euro ha perso l'11% contro dollaro e le parole di Issing sembrano essere soprattutto un buon pretesto per prendere ulteriormente le distanze da un'area di forte debolezza. L'economia Usa marcia invece su basi solide, stando alle parole del governatore della Federal Reserve, Alan Greenspan, il quale non ha mancato di confermare la strategia di rialzo graduale dei tassi. Accantonati, per ora, i timori sul doppio deficit americano che hanno innescato il declino del dollaro, il mercato punta sul rendimento crescente dei tassi americani previsti a fine anno al 4%. Proprio in una recente missione a Pechino, Trichet aveva enfatizzato i benefici di un costo del denaro basso in Europa. Eurolandia, ha detto il numero uno della Bce, «trae vantaggio da un basso livello dei tassi d'interesse» Trichet ha aggiunto che le aspettative sull'inflazione sono basse e stabili in Europa e che questo permette ai tassi di interesse sul lungo temrine di rimanere bassi. L'economia europea, ha inoltre affermato il presidente della Bce, sta crescendo moderatamente, anche se al di sotto del suo potenziale.