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Berlusconi lancia il piano per le case popolari

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Ieri il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, durante l'assemblea dell'Ance (Associazione nazionale dei costruttori edili), ha lanciato la proposta di un piano per permettere agli inquilini di acquistare la casa popolare con mutui agevolati e a prezzi molto bassi. Un tavolo con l'Ance per mettere a punto un piano di cessione delle case popolari, è la proposta del premier spiegando che, chi comprerà le case popolari, «oggi un fenomeno negativo lasciato in un degrado inaccettabile, potrà averle a un prezzo basso ma dovrà pagare anche ristrutturazioni e recupero non solo delle case ma degli interi quartieri». Il governo predisporrà poi un «piano con il sistema creditizio per mutui a bassissimo interesse». Non solo, il premier assicura che verrà definito «un piano di alloggi a basso costo. Insieme a questo ci sarà un piano per le giovani coppie per permettere loro l'acquisto di casa con mutui molto bassi». In questa direzione, «su nostro stimolo alcune banche sono già partite da sole». Berlusconi ha anche incassato le lamentele dei costrutori. Delusi perchè il governo ha fatto carta straccia degli impegni presi, in più ha tagliato le risorse per le infrastrutture del 30,2% in due anni e con il tetto del 2% ha strozzato ulteriormente. Con tono pacato, il presidente dell'Ance, Claudio De Albertis, si è rivolto alla platea denunciando ritardi, amministrazione pubblica inefficiente, accordi inevasi, fisco pesante, risorse tagliate, privatizzazioni mancate. È davvero lunga la lista stilata da De Albertis, il quale tuttavia riconosce che «le infrastrutture sono state sdoganate da questo governo». Il settore è l'unico che porta in dote un ciclo congiunturale favorevole che dura da più di 6 anni; con l'indotto stima un fatturato di circa 260 miliardi di euro e 2.850.000 occupati.

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