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Alitalia adesso può decollare

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Ufficializzato il via libera (condizionato) dell'Ue al piano di rilancio

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La Commissione europea, che nel continente vigila affinchè le sovvenzioni pubbliche non mantengano in vita società decotte a scapito dei contribuenti o non distorcano la concorrenza, ha stabilito che l'operazione su Alitalia non comprende aiuti di Stato illegittimi. Nel farlo, l'esecutivo Ue ha però imposto «la rigorosa osservanza» di una serie di «condizioni» per garantire che lo Stato italiano si comporti come «un investitore operante in economia di mercato». «La presenza di un aiuto di Stato nella ricapitalizzazione di Alitalia - ha dichiarato il Commissario europeo ai Trasporti, Jacques Barrot - avrebbe violato il principio del versamento di aiuti 'una tantum', principio sul cui rispetto la Commissione vigila scrupolosamente». Soddisfazione, ma anche la consapevolezza che la via del risanamento di Alitalia è ancora lunga e dolorosa, è stata espressa dal ministro delle Infrastrutture, Pietro Lunardi, e dal presidente e amministratore delegato della compagnia, Giancarlo Cimoli. La principale condizione imposta da Bruxelles è che la partecipazione «minoritaria» dello Stato al futuro aumento di capitale della compagnia (AZ Fly) avvenga «allo stesso prezzo, alle stesse condizioni e contestualmente» alla partecipazione degli investitori privati. Decisiva a questo proposito è stata la «lettera di intenti» della Deutsche Bank, la grande banca tedesca che ha garantito la «partecipazione effettiva e maggioritaria» del settore privato all'operazione. Bruxelles ha anche stabilito che anche la partecipazione per 216 milioni di euro di Fintecna in AZ Servizi - la società che riunisce le attività di manutenzione, assistenza e servizi di Alitalia - «presenta una redditività conforme a quella che può attendersi un investitore privato»: insomma, la sua nascita dalla costola della vecchia Alitalia è legittima. Fra le condizioni poste, vi è poi quella che «l'operazione non potrà essere accompagnata da alcun accordo in base al quale lo Stato italiano possa dispensare le banche dai loro obblighi nel caso in cui l'offerta di ricapitalizzazione non fosse sufficientemente sottoscritta, o accordi a tali banche una riduzione specifica sul prezzo di emissione». Lunardi ha sottolineato che la soluzione alla crisi della compagnia necessita ora di un «lavoro che richiederà sacrifici» da parte di tutti. Del resto, ha sintetizzato Cimoli, negli ultimi 12 mesi sono uscite da Alitalia già 2.000 persone ed «altre ne sono previste, per arrivare a 4.000» (sebbene nel piano industriale si parli di 3.690 unita).

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