Scontro nel governo sulla rottamazione
La proposta del ministro dell'Ambiente, Altero Matteoli di introdurre dal 2006 un nuovo provvedimento per il rinnovo del parco auto in Italia, al fine di rispettare gli impegni del protocollo di Kyoto, ha suscitato subito le prime reazioni degli altri ministeri interessati, vale a dire Economia e Attività produttive, preoccupati per l'effetto del provvedimento sui conti pubblici. Gli eco-incentivi proposti da Matteoli, infatti, prevedono forti sconti sull'Iva delle nuove auto, un intervento che potrebbe non essere compatibile con gli obiettivi di finanza pubblica. Mentre è certo che un nuovo provvedimento di rottamazione darebbe fiato alle vendite del settore auto (con benefici anche per i consumatori che acquisterebbero a prezzi più bassi), restano invece dubbi i vantaggi ambientali dal punto di vista della riduzione di emissioni di anidride carbonica. Effetti fiscali. Il nuovo programma di ecoincentivi è stato messo a punto dal ministero dell'ambiente nei mesi scorsi, ma è tornato di attualità dopo l'annuncio del commissario europeo all'ambiente, Stavros Dimas, sulla necessità che anche i gas di scarico delle auto debbano rientrare nei piani il rispetto del protocollo di Kyoto. L'incentivo all'acquisto di nuove auto dovrebbe essere applicato attraverso una riduzione del 75% dell'Iva, con la contestuale rottamazione di un vecchio veicolo. Questa misura, però, secondo i tecnici del ministero dell'Economia, va valutata con attenzione per le possibili conseguenze sulle entrate erariali. La riduzione dell'Iva, comunque, potrebbe essere compensata dalle maggiori tasse provenienti dall'aumento del numero delle immatricolazioni. Inoltre la proposta di Matteoli prevede anche di tassare i veicoli più inquinanti: 150 euro all'anno per i veicoli immatricolati fino al 1992 e 80 euro per quelli dal 1993 al 1995. Questo potrebbe contribuire ad attenuare l'impatto sui conti pubblici. Effetti ambientali. Il nuovo programma di rottamazione si propone di abbattere del 60% le emissioni di anidride carbonica. L'obbiettivo è di eliminare dalle nostre strade entro il 2010 tutte le auto immatricolate prima del 1996 (circa 16 milioni). Alcuni studi dimostrano come le nuove auto contribuiscano alla riduzione dell'inquinamento per quanto riguarda le polveri sottili, Pm10 in particolare. Ma non c'è certezza sulla riduzione delle emissioni di anidride carbonica (Co2), il gas sotto accusa per l'effetto serra e i mutamenti climatici. Anzi è dimostrato che le nuove auto possono avere consumi energetici superiori (pensiamo alla marmitta catalitica o all'aria condizionata) e questo aumenterebbe le emissioni di Co2. Senza considerare che il rinnovo del parco circolante determina un aumento della percorrenza media annua delle vetture. In pratica, gli eco incentivi si traducono spesso in un incremento del trasporto privato su gomma.