P.a., aumenta il costo del lavoro
È quanto emerge dall'ultimo Conto annuale della Ragioneria generale dello Stato, da cui si conferma anche il trend in calo della consistenza del personale (-0,93% alla fine del triennio 2001-2003), e quello in costante crescita del lavoro flessibile e del part time, scelto soprattutto dalle donne, che continuano a rappresentare oltre la metà dei dipendenti. Ma dal documento emerge anche che il pianeta del pubblico impiego è sempre più popolato da personale anziano a causa del basso numero di nuovi ingressi nel settore. Nel 2003, infatti, si registra il tasso di assunzione più basso degli ultimi anni (+1,38%), dovuto al blocco più esteso previsto in Finanziaria. Nel 2003 la spesa di oltre 140 miliardi per i 3.507.068 lavoratori (a tempo indeterminato, con contratti flessibili ed estranei all'amministrazione) comprende anche voci diverse dalle retribuzioni e dagli oneri sociali, come quelle per formazione, mense, assegni per il nucleo familiare o Irap. Tra il 2001 e il 2003 il costo del lavoro è aumentato circa 4% l'anno. Tra i motivi individuati dalla Ragioneria ci sono i rinnovi contrattuali, con la corresponsione degli arretrati, la progressione della carriera, i contratti integrativi, e le missioni internazionali di pace. Sempre nel 2003 la retribuzione media pro-capite è stata pari a 28.428 euro, registrando un +3,9%; una crescita, tuttavia, inferiore al +4,3% del 2002 rispetto all'anno precedente. Cala invece il numero del personale. I dipendenti pubblici sono passati dai 3.381.198 del 2002 ai 3.350.692 del 2003.