Unicredit, intesa vicina con Hvb

È quanto si apprende da fonti finanziarie, che sottolineano però come sia invece ancora da sciogliere il nodo relativo alla corporate governance, con tedeschi che vorrebbero garantire quelle rappresentanze territoriali dei paesi dove l'istituto è attivo (sono 21) mentre da Milano si pretenderebbero organismi più snelli. Peraltro, l'istituto di Monaco di Baviera insiste ancora, per ora sembra senza successo anche alla luce dei dati di Borsa di ieri, per avere anche una somma cash - la richiesta sarebbe di 500-600 milioni di euro, e comunque ampiamente inferiore al miliardo - unitamente al concambio di cinque azioni Unicredit per ogni azione Hvb. Ieri sui mercati, la banca di Piazza Cordusio ha comunque lasciato sul terreno l'1,74% a 4,12 euro con scambi per 42,5 milioni di pezzi (lo 0,6% del capitale) a fronte dei 55 della vigilia. Da parte sua Hvb ha ceduto a Francoforte lo 0,99% a 19,84. In pratica, ad oggi il rapporto tra le due azioni è di 4,81, ed il cambio 1 a 5 ipotizzato sarebbe favorevole ai tedeschi. Da risolvere, infine, alcune questioni concernenti le rappresentanze sindacali in alcuni organismi consultivi ma anche decisionali che caratterizzano l'istituto tedesco e che non hanno pari in Italia. Anche su questo un dialogo è stato avviato. Insomma, in Germania si chiedono garanzie perché il timore di molti in è che Unicredit punti in realtà alle attività in Europa Centro-Orientale, dove l'istituto di Alessandro Profumo ha una posizione di leadership, per disfarsi invece delle attività tedesche di Hvb che potrebbero interessare altri come Commerzbank o Bnp Paribas. E comunque i sindacati sono in allarme anche per alcune aree dell'est Europa dove sono attive sia Hypo sia Unicredit, che quindi verrebbero ad avere una sovrapposizione di sportelli destinata ad una razionalizzazione peraltro in parte già avviata dallo stesso istituto tedesco nell'ambito della sua opera di risanamento. Per quanto vicine le parti, quindi, appare difficile che la fusione possa andare in porto entro la fine della prossima settimana. Mentre si scommette invece con certezza sulla fine del mese di giugno. Certo è che la due diligence in corso sta evidenziando agli uomini di Profumo una situazione difficile ma tutto sommato già nota: Hypovereinsbank ha registrato nel 2004 una perdita di 2,1 miliardi, sofferenze lorde per 25 e dovuto svalutare 2,5 miliardi di sofferenze nel comparto immobiliare. Una situazione di difficoltà che si sta affrontando, tanto che anche ieri l'istituto bavarese ha emesso obbligazioni a prestito garantito per 5,5 miliardi per coprire crediti a rischio in parte concessi al mondo dell'industria. Si tratta della più grande operazione di questo genere mai fatta in Europa. Dall'altra parte, però, si fa notare che l'istituto ha già avviato una decisa azione di risanamento, ha chiuso il primo trimestre 2005 con un utile netto di oltre 400 milioni e, soprattutto, porta in dote a Unicredit 2.100 sportelli che uniti a quelli che piazza Cordusio ha in Europa Orientale (1.300) fanno pensare alla creazione di un vero e proprio colosso nel cuore della nuova Europa. Intanto in Germania si sta muovendo anche il dibattito politico sulla vicenda. «Sono questioni di mercato sulle quali non possiamo intervenire», dicono dal ministero dell'Economia del Land, mentre il leader Csu bavarese Edmund Stoiber è alle prese con difficoltà politiche del suo partito. Sembra che proprio per evitare il rischio di possibili ostacoli di natura politica all'operazione Profumo vorrebbe chiudere il prima possibile.