Rcs, Ricucci avanza e pensa all'opa
In un'intervista rilasciata all'Ansa, il patron della Magiste ha dichiarato di avere in tasca ormai quasi il 20% della società editrice del Corriere della Sera, oltre a liquidità per ancora 500 milioni. E ha sottolineato che considera l'opa (offerta pubblica d'acquisto) un'operazione realizzabile. Ricucci non esclude anche la possibilità di un accordo con il Patto che controlla il 58 per cento del capitale. L'immobiliarista romano conferma l'investimento come «finalizzato a creare valore nel lungo termine» in un settore che «mi interessa e ha potenzialità di crescita rilevanti». Immediata la reazione di alcuni componenti del Patto di sindacato di Rcs. «E che cosa se ne fa?», ha replicato ieri Luigi Lucchini, a margine dell'assemblea degli industriali bresciani, a chi gli faceva osservare che Ricucci sembra stia per arrivare al 20% in Rcs. «Dall'altra parte - ha detto l'ex presidente del patto e oggi esponente dell'accordo parasociale - c'è il 58%». In merito alla solidità del patto, Lucchini ha risposto: «a meno che non ci sia sotto qualcuno che vuole fare un'opa, altrimenti sì, è unito. Però se qualcuno lancia un'opa il patto si rompe. Questa è la legge. Io, comunque, sottoscrivo in pieno - ha concluso - quello che ha detto il presidente del patto Giampiero Pesenti». E cioè che il patto e solido e non teme incursioni esterne. UA un altro socio del patto, Francesco Merloni, non piace l'idea del possibile ingresso di Ricucci nel cda. «Non credo, che c'entra? Non ne vedo la ragione», ha detto. Sulla vicenda è intervenuto anche il numero uno della Piaggio, Roberto Colaninno che è anche consigliere di Mediobanca. «Facciamogli tanti auguri» è stato il commento sull'ipotesi di un'opa lanciata da Ricucci. «C'è un signore che ha investito: si vede che ha molta fiducia nella società - ha sottolineato Colaninno - come consigliere di Mediobanca, che ha una forte partecipazione, mi fa piacere». Ricucci, comunque, ha fatto sapere che esaminerebbe «senza pregiudizi o desideri egemonici» una proposta dei grandi azionisti tesa a valorizzare economicamente il suo investimento in Rcs. Di questa "valorizzazione" suggerisce indirettamente una soglia minima: quei 4,4 euro corrisposti a suo tempo alla Gemina di Romiti. Le azioni Rcs in portafoglio alla Magiste hanno «un valore medio di carico di poco inferiore ai 4 euro», afferma tra l'altro Ricucci smentendo le indiscrezioni sui finanziamenti garantiti da pegno, bollate come «una serie di falsità».