La Consob indaga sugli acquisti di Abn
Antonveneta: sentiti i legali di Amsterdam. Gli olandesi rischiano di dover alzare il prezzo dell'offerta
Acquisti che sarebbero stati effettuati per conto di Amsterdam da società collegate estere a un prezzo superiore ai 25 euro dell'offerta pubblica. Per questo ieri i legali di Abn sono stati convocati dall'Authority di Lamberto Cardia, chiamati a dimostrare l'estraneità della banca di fronte ai fortissimi acquisti, anche sui mercati esteri, di azioni Antonveneta negli ultimi giorni a ridosso dell'assemblea. In quel momento il valore del titolo era schizzato sopra i 27 euro e Abn, per arginare i forti acquisti di Popolare Lodi e delle altre società adesso legate da un patto di sindacato con Fiorani potrebbe aver commissionato l'acquisto di alcune quote. Se questa eventualità dovesse essere accertata, sulla base dell'articolo 42 del Testo unico bancario gli olandesi dovrebbero alzare automaticamente il prezzo della loro Opa fino al valore più alto versato. La mossa della Consob finirebbe così per zittire quanti hanno accusato l'Authority di aver agito fin ora a senso unico, accendendo i suoi fari solo sugli azionisti italiani. E alla fine ad averbe vantaggio potrebbe essere anche l'istituto di Rijkman Groenink. Al di là della doccia fredda, infatti, l'obbligo ad alzare l'offerta potrebbe offrire una interessante via d'uscita da una situazione sempre più ingarbugliata, destinata a trascinare tutti (vincitori e vinti) in un girone dantesco di perquisizioni, accertamenti giudiziari e carte bollate. Ieri, per esempio, diverse ore di udienza in tribunale non sono bastate ai plotoni di avvocati ingaggiati dalle due parti per trovare una risposta su quale sia l'organo amministrativo che può guidare l'istituto dopo la sospensione delle delibere dell'assemblea del 30 aprile che ha azzerato il nuovo cda ispirato da Gianpiero Fiorani. Il giudice Giuseppe Giovanni Amenduni, che aveva decretato la sospensione delle decisioni dell'assemblea, si è preso tempo fino a domani per rispondere all'istanza avanzata dall'ex presidente Tommaso Cartone, che chiedeva appunto chiarimenti su chi abbia titolo a guidare la banca fino alla convocazione della prossima assemblea: o il vecchio cda, o un commissario ad acta che potrebbe essere nominato da Bankitalia. Ma proprio il rappresentante di Bankitalia ieri in udienza ha aderito alla stessa richiesta di Cartone, lasciando in sostanza la palla nelle mani del Tribunale patavino. Intanto la giornata ha registrato la nuova mossa legale di Bpl, che costituendosi come parte per l'altra udienza del 6 giugno prossimo, quando collegialmente il tribunale dovrà decidere se accogliere, revocare o riformare il decreto di sospensione, ha anche chiesto la revoca dello stesso provvedimento di Amenduni; revoca totale, o in subordine parziale, mantenenendo cioè in carica almeno il nuovo collegio sindacale di Antonveneta. Da parte loro, i legali Abn hanno ribadito la convinzione che il vecchio cda, spazzato via dall'assemblea del 30 aprile scorso, possa essere reintegrato, per fissare in regime di prorogatio la nuova assemblea. In questa situazione di impasse, rimangono irrisolte, perlomeno fino a venerdì, alcune questioni fondamentali per l'istituto padovano: chi può valutare la doppia offerta della Lodi (Opa e Opas) ora all'esame della Consob, e soprattutto chi decide se le quote di Bpl e dei suoi alleati (Emilio Guntti, i fratelli Lonati, Danilo Coppola, per circa il 41%) hanno diritto di voto in assemblea o sono da ritenersi congelate. Intanto sia i legali della Popolare di Lodi che del presidente Cartone chiedono un intervento urgente del Governatore Fazio. Un intervento quasi dovuto nelle situazioni in cui manca il governo di una società o c'è un problema di tutela. E in questo momento la banca padovana non ha organi sociali.