Statali, Siniscalco alza un muro con i sindacati
Il confronto di domani si presenta dunque tutto in salita con i sindacati che non intendono arretrare sulla mediazione raggiunta (100 euro sulla busta paga dei ministeriali) e il ministro dell'Economia, Domenico Siniscalco, «favorevole a chiudere il contratto, ma non ad ogni costo». Ottimista sulla possibilità che si possa trovare un «accordo ragionevole» è il collega del Welfare, Roberto Maroni, pur aggiungendo: «non credo che i sindacati vogliano assumersi la responsabilità» del superamento della soglia del deficit fissata dalla Ue. A certe condizioni - dice - si può anche salire oltre i 95 euro, previsti dalla Finanziaria, ma «non per soddisfare le richieste dei sindacati». L'idea è quello di pervenire ad una sorta di scambio tra maggiori aumenti e l'accettazione di un piano per la mobilità. Dunque, - come ha spiegato lo stesso Berlusconi nei giorni scorsi - con un'amministrazione più snella e funzionale. Alle proposte sta lavorando un gruppo di esperti del settore coordinato - su incarico dello stesso Berlusconi - dal ministro per l'Innovazione Tecnologica, Lucio Stanca, e di cui fanno parte anche il sottosegretario al Welfare, Maurizio Sacconi, (già sottosegretario al Tesoro con delega per la Funzione Pubblica) e il consigliere economico di palazzo Chigi, Renato Brunetta. Il pool andrà oggi a riferire al capo del governo sui risultati del lavoro svolto, in vista della riunione del giorno dopo con i sindacati, che dovrebbe essere presieduta dallo stesso Berlusconi. Lo stesso ministro della Funzione Pubblica, Mario Baccini, da Seul dove rappresenta l'Italia al Global Forum, ha precisato che il suo ministero «sta mettendo a punto una serie di proposte da presentare giovedì al tavolo, che trattano non solo gli aspetti finanziari del nuovo contratto ma anche modalità di funzionamento e strategie della pubblica amministrazione». Per Baccini, conviene a tutti chiudere la vicenda: ai lavoratori, ai sindacati, e al governo. Nella riunione a Palazzo Chigi, i sindacati chiederanno il rispetto della mediazione raggiunta. Ma chiariranno anche, nel caso se ne presentasse la necessità, che non accetteranno ipotesi che possano «stravolgere» l'attuale modello contrattuale. Non solo: tra le loro rivendicazioni c'è anche il il coinvolgimento nella trattativa di regioni ed enti locali. «Una delle condizioni - ha spiegato il segretario della Funzione pubblica Cgil, Carlo Podda - è che quell'accordo sia sottoscritto anche da loro considerando la loro titolarità sui contratti di enti locali, sanità e medici: complessivamente circa un milione e 300 mila lavoratori. Ma anche per le implicazioni riguardo altri aspetti come mobilità e contrattazione integrativa». E sulla mediazione insiste anche il leader cislino, Savino Pezzotta. «I sindacati ripartiranno dalla mediazione già raggiunta giorni fa. Il senso di responsabilità del sindacato ci farà ripartire da quel punto di mediazione e non da una discussione su tutto, dall' inizio».