Vietti: i falliti fuori dal ghetto
Il sottosegretario all'Economia: la riforma sarà pronta prima di agosto
Maggiore tutela ai creditori per il recupero del loro denaro (oggi in Italia un creditore può ritenersi fortunato se riesce a recuperare appena il 15% di quanto gli spetta). E procedure snelle e veloci nel caso il dissesto diventi inevitabile. La riforma del diritto fallimentare, ma senza sconti di pena per la bancarotta, rappresenta uno dei provvedimenti più importanti del decreto sulla competitività approvato dal Parlamento nei giorni scorsi. E il Governo, con la regia del sottosegretario all'Economia Michele Vietti, punta a varare il decreto attuativo in tempi brevi. Una commissione di tecnici si è già riunita per elaborare le nuove regole. «Abbiamo avviato i lavori in collaborazione con l'ufficio legislativo del ministero della Giustizia - sottolinea Vietti - la delega prevede 180 giorni per i decreti legislativi, ma visti i tempi delle commissioni parlamentari e consuiderata la pausa estiva, la riforma sarà pronta prima del mese di agosto». Ma cosa prevederà la nuova legge? Nel decreto competitività abbiamo già inserito rilevanti novità sull'azione revocatoria e sul concordato preventivo. Quest'ultimo diventa sempre più uno strumento per l'emersione della crisi per consentire alle imprese di salvarsi. Abbiamo previsto un ruolo meno invasivo del giudice, in modo tale che creditori e debitori possano trovare più facilmente un accordo E poi c'è la delega. Si tratta di un progetto di ampio respiro. Solo per citare alcuni punti cardine: saranno velocizzate le procedure, ampliate le competenze del comitato dei creditori con una maggiore partecipazione alla gestione della crisi. Ed eviteremo che il fallito venga relegato nel ghetto. In che modo? Oggi fallire significa essere messo ai margini della società. Quando l'imprenditore non ha agito in modo illegale, ma si è solo trovato in difficoltà tali da non poter proseguire l'attivià, deve poter essere messo in condizione di reagire in tempi rapidi E se il salvataggio risultasse impossibile? Allora bisogna avviare procedure rapide che consentano sia all'imprenditore-debitore di chiudere una partita andata male, sia ai creditori di recuperare in fretta il loro denaro. Cosa centra tutto questo con la competitività? Gli investitori stranieri sono scoraggiati dalla nostra legislazione. L'oboettivo è attrarre investimenti E i vantaggi per le imprese italiane? La garanzia di poter essere aiutate in modo efficace nei momenti di crisi.