Fiat pronta a cambiare marcia
La conference call di oggi dovrebbe dare il segnale di inversione di marcia della parte automobilistica del gruppo torinese. La conclusione del put con General Motors che prevede il sicuro pagamento dell'ultima tranche, l'accordo fatto per il convertendo con le banche creditrici, la possibilità di incassare ancora 1,1 miliardi dall'operazione Edison avviata a uno sbocco Edf-Aem, sono tre degli atout che Marchionne ha posto con successo in campo, alleggerendo la posizione finanziaria e ponendo la Fiat in una condizione migliore di altre industrie del settore. Ma anche l'azione compiuta per l'alleggerimento dei costi, il lancio di quattro nuovi modelli, fra Giugno e Dicembre, e un radicale terremoto nell'organizzazione con strutture più semplici e linee di report più dirette, contribuiscono a far dire agli esperti di J.P. Morgan che il titolo Fiat va tenuto e considerato "overweight", vale a dire capace di superare le performances della borsa. Ma cosa dirà oggi, Marchionne, che non si sappia già? Parlerà del calo del fatturato consolidato di circa il 3,9 per cento a quota 10 miliardi 740 milioni, a causa della contrazione di Fiat Auto, che dovrebbe aggirarsi sopra i 4,68 miliardi (con un calo di poco superiore all'11 per cento rispetto allo stesso trimestre del 2004), dovuto anche al miglioramento del sistema di vendita (eliminate le immatricolazioni a kilometri zero) e le vendite a sconto per le flotte aziendali, oltre che ad un abbattimento dei prezzi per far fronte alla concorrenza. La parte auto fa prevedere una perdita di 155 milioni, inferiore comunque a quella dell'anno passato anche se questa è stata riclassificata con i nuovi principi contabili. A rendere i conti interessanti l'incremento di fatturato di Cnh, che tocca i 2,289 miliardi, e la progressione di quello Iveco, che dovrebbe aggirarsi attorno ai 2,230 miliardi con un più 4,7 per cento rispetto al primo quarto del 2004. Cnh ha evidenziato un Ebit di 118 milioni, mentre Iveco lascia prevedere un Ebit di 61 milioni di euro. Alla luce di queste previsioni, gli analisti, non solo quelli di J.P.Morgan, suggeriscono di tenere le azioni Fiat, per le quali pongono un obiettivo di 6 euro. La J.P.Morgan si spinge oltre, affermando che proprio la divisione auto ha più valore di quanto pensi il mercato, malgrado vi sia il rischio che la superdipendenza del momento dal modello Punto, potrebbe determinare - ove non fosse sostituito con successo da altri modelli più giovani - un deterioramento del marchio Fiat.