Italia e Francia alleati contro il caro-bollette
Sono i due risultati più attesi dopo il patto tra Italia e Francia sull'energia: con Edf che resterà in Italia e insieme alla milanese Aem gestirà alla pari Edison; e con Enel che avrà una partecipazione nel programma nucleare francese per i reattori di terza generazione. La spartizione del mercato energetico franco-italiano dovrà adesso ricevere il via libera da Bruxelles. Mai più al buio. Mai più al buio, titolava ieri il nostro giornale. Una certezza? Sicuramente un auspicio quanto mai desiderabile per un Paese come l'Italia che è il primo importatore europeo di energia e dipende dall'estero per il 16% del proprio fabbisogno energetico. E che vede nella Francia il primo fornitore con circa 4mila megawatt al giorno. L'asse italo-francese dovrebbe mettere al sicuro gli italiani da situazioni come quella che si è verificata il 26 giugno 2003 quando fu decisa l'interruzione a rotazione del servizio di distribuzione dell'energia elettrica della durata di un'ora e mezzo. Proprio in quell'occasione vennero meno 800 megawatt di fornitura dalla Francia. Edf decise, infatti, di utilizzare la clausola contrattuale che consente di interrompere le esportazioni verso l'Italia 56 giorni all'anno; e indirizzò la propria fornitura verso mercati più redditizi. Un caso del genere in futuro potrebbe essere scongiurato in virtù dei nuovi rapporti commerciali con l'Italia. Ed Enel stessa potrebbe intervenire deviando in Italia l'energia nucleare prodotta in Francia. Gli effetti sulle bollette. L'accordo italo-francese potrebbe avere un impatto positivo anche sul fronte delle bollette, che in Italia sono le più care d'Europa. L'amministratore delegato di Enel, Paolo Scaroni, ha più volte sottolineato come la diminuzione del costo dell'energia debba passare necessariamente dalla riconversione delle centrali da petrolio a carbone e gas. Un processo che è già stato avviato a Civitavecchia e sta per partire in altri siti come Rossano Calabro e Porto Tolle. L'obiettivo di questa strategia è ridurre del 20-25% i costi industriali con i relativi ritorni sul prezzo per i consumatori. Lo sbarco nel mercato del nucleare in Francia non avrà effetti immediati sul caro-bolletta, vista l'intenzione già dichiarata dai vertici di Enel di voler concentrare i propri sforzi per crescere nel mercato francese e arrivare a una quota di mercato del 4%. Una scelta che si giustifica anche con l'impossibilità di utilizzare gli elettrodotti già sovraccarichi per l'importazione di energia dalla Francia. L'investimento in Francia rappresenta per Enel la possibilità di tornare ad acquisire competenze nel nucleare, dopo che questa fonte di energia fu dichiarata off limits in Italia dal referendum del 1987. Ma il rafforzamento di Edf in Edison di sicuro auementerà il grado di concorrenza nel mercato italiano. D'altronde anche i francesi vogliono conquistare clienti in Italia e perciò sono probabili, nel prossimo futuro, agguerrite manovre sui prezzi. La strategia dei francesi in Italia. Edison sarà il polo del gas di Edf. Lo ha detto Pierre Gadonneix, numero uno di Edf, che, in un'intervista al quotidiano Le Monde, ha definito l'accordo con l'Italia «di una importanza e di una complessità eccezionale». Gadonneix ha ricordato tra l'altro che il partenariato con Aem alla pari riguarderà «tutte le grandi decisioni dell'azienda». L'opa il cui prezzo sarà annunciato tra qualche giorno, dopo il via libera delle autorità di Bruxelles sul principio dell'operazione, «si farà nelle normali condizioni». L'interesse di Edf, sottolinea Gadonneix, è strategico: «Noi abbiamo un parco di produzione essenzialmente basato su nucleare e idraulico. L'azienda conta di investire 600-700 milioni di euro l'anno fino al 2008. Edison ha competenze riconosciute nelle centrali termiche; un quarto delle future centrali di questo tipo costruite in Italia nei prossimi anni saranno sfruttate da Edison».