Conti pubblici, allarme sulla corsa del deficit

È l'ultimatum lanciato dai sindacati dall'assemblea di oltre mille tra quadri e delegati del pubblico impiego, che si è conclusa con il mandato alle segreterie confederali a decidere le iniziate che si renderanno necessarie: per la Cgil e la Cisl anche lo sciopero generale, da tenersi nel mese di giugno; strumento su cui, invece, frena il sindacato guidato da Luigi Angeletti. «Il problema non è lo sciopero - ha detto il segretario della Uil -: dimostreremo che la macchina statale non funziona senza il consenso dei dipendenti». Chiaro il significato politico dell'assise di ieri: la vertenza dei lavoratori statali (con il contratto scaduto da 17 mesi e alle spalle già 3 scioperi e 2 manifestazioni nazionali) diventa di tutto il movimento sindacale. Lo hanno sottolineato i leader sindacali nei loro interventi, ma anche i segretari di alcune categorie dell'industria, che hanno annunciato la loro disponibilità a forme di lotta comuni. L'attacco - è infatti la loro tesi - è alla contrattazione e, pertanto, travalica i confini della categoria. «La battaglia sul contratto, di tutto il movimento sindacale, non possiamo perderla, non per noi, ma per il futuro del Paese», ha detto il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, secondo il quale la disponibilità dei metalmeccanici ad iniziative di lotta comuni «va accolta con uno straordinario sentimento di gratitudine e rispetto». Esplicito, in questo senso, anche il segretario della Cisl, Savino Pezzotta. «L'intero movimento sindacale assume la questione del rinnovo contrattuale. Se la vertenza non si sblocca - ha rilevato - allora non è più solo una questione di diversa valutazione con il governo sul merito, ma diventa un problema politico». Per Pezzotta, la «negazione della contrattazione è passaggio delicato per l'insieme del movimento sindacale: non possiamo permettere che non si rinnovi un contratto perchè è la negazione del nostro ruolo». Anche per Angeletti il rinnovo è «una questione politicamente decisiva per il sindacato». Una battaglia comune, dunque, dell'insieme della categorie, dagli statali ai metalmeccanici, dagli insegnanti ai pompieri.