Competitività, scontro sui fallimenti soft
Sanzioni più leggere per la bancarotta causata dagli amministratori. L'opposizione: «Una sanatoria»
In particolare per la bancarotta impropria, vale a dire il fallimento provocato non dall'imprenditore ma dagli amministratori, dai componenti del collegio sindacale o dai liquidatori. È una delle novità contenute nel maxiemendamento varato dal consiglio dei ministri con il quale è stato integrato il decreto legge competitività. Oggi il senato voterà la fiducia sul provvedimento. La polemica. Nel giorno in cui la Corte di Giustizia europea ha sancito la legittimità della legge sul falso in bilancio approvata dal Parlamento italiano nel 2002, scoppia la polemica su un altro reato societario di cui si è molto parlato a seguito dei recenti crac finanziari: la bancarotta fraudolenta. Attacca l'opposizione: «Il decreto sulla competitività è un'ennesima sanatoria per i bancarottieri - dice il presidente della Margherita, Francesco Rutelli - Bel modo di difendere la competitività, si è difeso solamente chi la manda a picco». Il responsabile economico dei Ds, Pierluigi Bersani sottolinea che il governo depenalizza il reato di bancarotta fraudolenta «riducendo così drasticamente i termini di prescrizione». Una prima difesa d'ufficio del Governo arriva dal viceministro dell'economia, Giuseppe Vegas: «Per la bancarotta fraudolenta la pena resta elevata». Il sottosegretario all'economia, Michele Vietti, risponde a chi critica lo sconto di pena per il reato di bancarotta impropria (la legge attuale prevede 10 anni di reclusione), con un effetto di riduzione della prescrizione da 15 a 5 anni. «Nell'emendamento - dice Vietti - si prevede che la bancarotta impropria sia punita con una pena edittale da due a sei anni di reclusione, analogamente a quanto previsto per il reato di bancarotta propria, determinando pertanto una assoluta equiparazione dei due reati anche per ciò che riguarda i termini di prescrizione». Tempi stretti per l'approvazione. Il decreto sulla competitività deve essere convertito in legge entro il 15 maggio. Il provvedimento deve essere approvato anche dalla Camera dove la discussione è stata già messa in calendario per il 9 maggio. Ma cosa prevede il decreto? Per sostenere gli investimenti delle imprese viene istituito un fondo rotativo di 6 miliardi, vengono eliminati i finanziamenti a fondo perduto sostituiti da prestiti agevolati. Previste inoltre misure per lo snellimento delle pratiche amministrative, per la previdenza complementare e per l'occupazione. Il maxiemendamento contiene, tra l'altro, le deduzioni Irap per favorire le assunzioni al Sud, le modifiche alla legge fallimentare con l'introduzione dell'esdebitazione, l'istituzione dell'alto commissario per la difesa del made in Italy dalla contraffazione e l'estensione della cessione del quinto dello stipendio o pensione per ottenere prestiti. Previsto anche il via libera al progetto italo-francese Fremm per la realizzazione di 27 nuove fregate per uno stanziamento di circa 4 miliadri di euro. Resta fuori la riforma delle professioni. Il piano di sviluppo, comunque, è ritenuto insufficiente da Confindustria e sindacati che si preparano a chiedere al Governo nuove misure da inserire nel Dpef.