LO SLITTAMENTO di 8 giorni del termine della mediazione tra i vertici di Fiat e General Motors deciso ...

Piazza Affari. L'ultima mossa sullo scacchiere dei rapporti tra Torino e il colosso di Detroit - ha spiegato un analista di Piazza Affari - «è un segnale di buona volontà, soprattutto da parte di Fiat. Questo rilancio temporale - ha aggiunto - può servire a portare avanti la mediazione e lascia intendere che tutte le opzioni tra le parti sono aperte». Anche perchè - è stato puntualizzato ancora - il possibile ricorso alle vie legali (General Motors ritiene non esercitabile il "put" in forza alla casa torinese) «rappresenterebbe la peggiore delle ipotesi per entrambe» protraendo per anni, nelle aule del Tribunale di New York, (il foro competente in caso di azioni legali) «una sorta di limbo» che nè Fiat, nè General Motors dovrebbero a gradire. E se da Milano il rinvio del termine per la mediation viene salutato come un segnale sostanzialmente positivo anche da Parigi, seppur con maggiore cautela, la mossa dei vertici italiani e statunitensi, viene guardata con una certa benevolenza. Quella relativa al "put" - ha osservato Nicolas Baudouin di Standar&Poor's - «è una decisione importante per i due gruppi ed è normale che vogliano prendere tempo per arrivare ad una decisione giusta. Ci sono tanti scenari possibili - ha proseguito l'esperto di S&P -: c'è la possibilità che la Fiat eserciti il "put" e quella che si vada innanzi a un Tribunale per una causa che duri anni». Lo spostamento del termine della mediation - ha concluso - «non è signficativo ma, forse, è il segno che stanno cercando un accordo e che ci sono negoziati in corso». I sindacati. Sul fronte sindacale, per i metalmeccanici della Fim Cisl «Il rinvio di una settimana della questione put è un buon segno. Significa che le due aziende stanno lavorando per un accordo in tempi brevissimi». A sostenerlo è Bruno Vitali, segretario nazionale della Fim. «Questo - aggiunge Vitali - sarebbe utile per le fabbriche italiane della Fiat. Di nessuna utilità, invece - conclude - le battute del ministro Maroni». Il riferimento è al ministro del Welfare, che ha ribadito la non disponibilità del governo a mettere nuove risorse nell'azienda di Torino, visto che con gli aiuti ottenuti negli anni «avrebbe potuto comprarsi la General Motors». I partiti. Cauto l'ex ministro dell'Industria Pierluigi Bersani. «Non potremmo immaginare un futuro in questo Paese senza una significativa produzione nel campo delle automobili», ha detto il responsabile economico dei Ds, sollecitando un accordo rapido nella contrapposizione tra Fiat e General Motors. Commentando la posizione del ministro Maroni, Bersani ha aggiunto che «di fronte alla crisi in corso, nè il pubblico, nè il privato, può cambiare l'acqua in vino. In ogni caso, in questo momento la Fiat deve eliminare innanzitutto la controversia in General Motors e la discussione sull'intervento pubblico mi sembra fuori contesto».