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Sud, venti di sciopero

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Ma se queste risposte non arriveranno, non potremo restare fermi. È la promessa dei leader di Cgil, Cisl e Uil, Guglielmo Epifani, Savino Pezzotta e Luigi Angeletti ai delegati, che si sono riuniti ieri a Roma per partecipare all'assemblea sul Mezzogiorno, ma è anche un preciso avvertimento al governo, impegnato nella preparazione del pacchetto di misure sulla competitività. Parole diverse dai tre capi sindacali, ma il messaggio è lo stesso: il sindacato non intende rassegnarsi al declino del Paese e non abbasserà la guardia. D'altronde è quello che chiedono gli stessi delegati meridionali che hanno preso la parola dal palco, dove dietro campeggiava un significativo Stivale capovolto con lo slogan «Ripartire dal Mezzogiorno». «Se da parte del governo non arriveranno risposte non potremo restare fermi. Sarà la conferma che è un governo che scommette su altro, sulla rassegnazione, sulle divisioni, vale a dire sul vecchio, quel vecchio che noi vogliamo seppellire definitivamente», ha scandito Epifani. E Pezzotta: «la mobilitazione per chiedere una vera politica per lo sviluppo del Mezzogiorno continuerà nei prossimi mesi. Il governo deve agire subito, altrimenti il destino del nostro paese è la marginalità politica ed economica». Sulla stessa linea anche Angeletti, secondo il quale dopo le elezioni regionali dovranno tenersi gli Stati Generali sul Sud, aperti a tutte forze economiche e sociali. «Il sindacato - ha detto Angeletti - farà una battaglia per ottenere una svolta sulle politiche per il Mezzogiorno e per rovesciare il corso degli eventi. Sia chiaro che non ci rassegneremo a una politica economica disastrosa e che faremo di tutto per rovesciare il corso degli eventi. Questo è il nostro dovere». La mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil, quindi, va avanti. Oltre agli Stati Generali dopo il voto, il pacchetto prevede per l'immediato convention locali con i candidati per presentare loro le richieste sindacali; forti iniziative a livello territoriale chiamando al confronto le forze sociali, istituzionali, economiche e imprenditoriali; un osservatorio sindacale sul sud. Ma anche un monitoraggio dei patti territoriali e un gruppo di lavoro sulla situazione del Welfare Meridionale. I sindacati ricordano di aver costretto il governo ad aprire il tavolo su sviluppo e sud e aver presentato, insieme a Confindustria, le loro proposte come la fiscalità di vantaggio, ma anche una verifica seria sulle grandi opere, interventi a favore della ricerca e dell'innovazione. Dunque, la palla ora passa al governo. Esplicito, in questo senso, Pezzotta. «Sta ora al governo fare la sua parte, - ha osservato - ha ricevuto le nostre proposte, e dalle scelte che attuerà lo giudicheremo». E per Epifani, «se il governo non desse risposte sarebbe molto grave». Il segretario della Cgil ha passato in rassegna, quindi, tutti i settori in crisi nel Sud: dal tessile al cuoio, dall'auto (e quindi la crisi Fiat) alla chimica, dalle tlc all'elettronica e ancora all'agroindustria. Mentre il made in Italy nel Mezzogiorno, ha concluso, «si sta dissolvendo letteralmente».

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