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Tango bond, chi non aderisce rischia

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Non ha dubbi il sottosegretario alle Finanze argentino, Guillermo Nielsen: quella presentata da Buenos Aires è «la migliore offerta possibile», «l'unica» che il governo Kirchner proporrà. Meglio quindi accettare l'offerta ora che si presenta, perchè chi deciderà di non aderire al concambio, che prevede un taglio del 70% del capitale dei tango-bond, «correrà grossi rischi». In un colloquio ristretto con i giornalisti, Nielsen, in Italia per il road show della ristrutturazione dei tango-bond, che coinvolge 450.000 risparmiatori italiani e toccherà, dopo Roma, Milano e Verona, ribadisce la posizione dell'Argentina. E, rispondendo alle dichiarazioni del ministro dell'Economia Siniscalco, rifiuta l'accusa di aver agito «in malafede». «Lo avremmo fatto - spiega - se la nostra proposta fosse stata più alta. Se avessimo per esempio offerto un taglio del 50% anzichè del 70% allora sì che saremmo in malafede, perchè l'offerta non sarebbe sostenibile». I risparmiatori insomma farebbero bene a salire sul treno ora che passa perchè questa è «l'unica proposta che l'Argentina intende fare». Anche al di là delle pressioni del governo italiano. Di contatti diretti, di incontri ufficiali con le istituzioni infatti «non ce ne saranno», precisa Nielsen. E le pressioni che l'esecutivo vorrà esercitare «sono una questione solo italiana». Tra l'altro, continua, chi aderisce ora potrà solo migliorare eventualmente la sua posizione in futuro: il prospetto precisa infatti che «se in futuro qualcuno otterrà un rimborso più consistente, anche chi avrà aderito, potrà ottenere la stessa cifra». Pur non volendo portare avanti un dialogo con Siniscalco e con gli altri interlocutori «tramite la stampa», il sottosegretario argentino manda dei messaggi chiari anche ai rappresentanti degli investitori: «abbiamo avuto 67 riunioni con gli investitori, la negoziazione c'è stata, ma questo non vuol dire trovare un accordo», perchè tra le due parti c'è un gap per il momento incolmabile. Nielsen ha anche smentito di aver detto, come riportato da alcuni mezzi d'informazione negli scorsi giorni, che le banche italiane stiano ricomprando dai risparmiatori i bond emessi dalla Repubblica argentina. «Non posso vivere facendo smentite - continua - ma io non l'ho mai detto». Il sottosegretario argentino, che dopo la parte romana del road show sarà a Milano e Verona, ha detto che ci sono state ben 67 riunioni. Ma - ha riconosciuto - «incontrarsi non vuol dire mettersi d'accordo, la distanza (fra l'Argentina e i suoi creditori, ndr) è enorme». Tuttavia Nielsen non ha esitato a mettere in guardia i detentori dei tango-bond dalla mancata adesione all'offerta, perchè dopo il 25 febbraio, quando si concluderà l'offerta argentina di concambio, «sarà più difficile trovare un compratore». Nielsen ha poi riconosciuto che «la credibilità argentina è ferita, per questo lavoriamo per recuperarla», e ha detto di considerare fondamentale che l'Argentina «consegua una drastica riduzione del debito».

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